LA PAGINA DEI LETTORI
Presentazione
La costituzione di una Assemblea per una Civiltà del Terzo Millennio, quale ambiziosamente si propone di essere "Conventio 2001", vuole il superamento di un limite manifesto, rappresentato dal rapporto strettamente bilaterale che finora ha vincolato il pubblico col Gruppo Fisica Nuova di Napoli. E' un rapporto che deve di necessità aprirsi a una discussione tra tutti coloro che si riconoscono partecipi alla generale problematica dei nostri tempi, nella visione solo proposta dal GFN negli scorsi anni della sua presenza su Internet, ma evidentemente da approfondire, discutere e migliorare col contributo palese di tutti.
Come farlo, è la difficile domanda che tale intento ci pone. Abbiamo dovuto scegliere, con un certo iniziale arbitrio da parte nostra, un modo di mettere subito ciascun lettore nella condizione di conoscere il pensiero espresso da ogni altro sugli argomenti in discussione. Avevamo un esempio già pronto da seguire, che fosse diverso dal solito inconcludente "chattare" (orribile neologismo telematico!) di altre discussioni via Internet, ed era la nostra sezione VI del sito - Colloqui con i critici -: ovvero, una sede di civile confronto tra le opinioni, con all'occorrenza qualche nostro intervento di risposta o di coordinamento.
Ma da quale momento partire? Accogliere i pareri del pubblico dal giorno attuale in poi? Ci è parso che in questo modo si sarebbe persa una parte significativa del nostro rapporto storico con le persone che ci hanno dato il prezioso contributo della loro attenzione. Restava il problema che queste persone non avevano previsto, scrivendoci, la pubblicità delle loro opinioni, e che quindi ne risultasse arbitrariamente intaccata la famosa privacy. Abbiamo tuttavia concluso, dopo averci riflettuto, che considerare in ipotesi la sussistenza di una tale violazione significava attribuire oggettivamente una debolezza a quelle persone amiche - tali anche nelle eventuali critiche e rilievi - : ovvero, un condizionamento di fronte al dichiarato terrorismo che la quasi generalità dei "graduati con laurea in fisica" esercita nei confronti dei non consenzienti alla loro sudditanza. Dal momento che non crediamo a una tale ipotesi, abbiamo deciso di pubblicare anche una parte delle lettere precedentemente ricevute (salvo diniego esplicito entro un congruo lasso di tempo) e quelle che riceveremo, ringraziandone cordialmente fin d'ora gli autori.
Dei succitati "fisici con patente" - radicalmente distinti dai fisici veri, di cui rispettiamo e discutiamo le critiche civili (come si dimostra nella citata rubrica del nostro sito) -, conosciamo per esperienza trentennale due tipi di definizione della nostra personalità: la "pazzia", che ci sembra addirittura una lode, dato che ne fece l'elogio uno come Erasmo da Rotterdam, e un'altra che è invece assolutamente spregevole per chi vorrebbe cucircela addosso: quella di essere dei "ciarlatani" o affini. Noi siamo consapevoli, umili ma non modesti, che la nostra opera è ormai consegnata alla storia, quale che sia la nostra vicenda personale, e non può essere più annullata da gente cieca o in mala fede: ce ne dànno sicurezza la portata dell'opera stessa e il consenso che ci viene continuamente dalle persone più diverse, fatta eccezione per chi aspetta di svegliarsi. Ma non sarà una lieta mattina.
Lettere
Pubblichiamo non cronologicamente ma per tematiche di discussione e rilevanza di giudizi alcune delle lettere pervenuteci e di quelle che ci arriveranno, eventualmente con nostre risposte e commenti. Sottoponiamo, come è naturale, tutto il materiale pubblicato al dibattito tra i lettori, che vorranno intervenire col contributo del loro pensiero, scrivendoci e scrivendosi. Consideriamo come aderenti honoris causa al Progetto "Conventio 2001" tutti coloro che saranno inseriti con le loro lettere in questa rubrica. Anche senza inviarci una lettera esplicita, si può aderire al Progetto con una mail avente in oggetto "Adesione Conventio" e le generalità nel testo, con indirizzo postale e categoria professionale.
PRIMA PARTE
Apriamo con uno dei SI in risposta al nostro appello "Le trombe di Gerico" (sez.X):
(1) 2 gennaio 2001
SI
Ettore Proja
Con una successiva mail lo stesso sig. Proja ci pone un importante quesito sul funzionamento della particella fotonica, la cui descrizione è talmente complessa da determinare qualche comprensibile difficoltà nel lettore e dimostrare al tempo stesso l'impossibilità che quel meccanismo sia frutto di qualsiasi umana fantasia. Al sig. Proja siamo grati per aver provato a noi e al pubblico l'attenzione con cui le persone intelligenti hanno seguito e seguono il nostro discorso.
(2) 25 gennaio 2001
Oggetto: Fisica Unigravitazionale.
Ettore Proja
26 gennaio 2001
Caro Sig. Proja,
Continuiamo con la prima adesione a "Conventio 2001". L'ing. Michele Falzone propone un problema di grande importanza: quello del rapporto tra gli "eretici", cioè tra i contestatori della scienza ufficiale. Ho avuto modo di osservare in qualche occasione che sarebbe più facile convincere i fisici "normali" di un loro errore che non un altro eretico del suo. Un consiglio che io dò, è che, chiunque abbia un'idea innovativa in cui crede, la sostenga a spada tratta senza chiedere il parere di nessuno, meno che mai di uno scienziato accademico. E nemmeno di un altro contestatore. Sarà la storia a raccogliere le fila.
(3) 27 gennaio 2001
Oggetto: Mutamento.
Un secondo consiglio vogliamo dare a chi ha da ridire sul conto della scienza ufficiale: si lasci perdere senza inutili ammiccamenti la relatività, generale o ristretta che sia. I conti con questa dottrina sono definitivamente chiusi sul piano teorico e presunte prove sperimentali col trapasso del secolo. Si tratta allo stato delle cose solo di uno zombi che non vuole accettare la propria morte, ma è facile immaginarsi che nelle sfere più alte e segrete dell'establishment il fatto è ormai risaputo. Il puntello del morto che cammina è rappresentato dalla lobby che ne teme il crollo e dalla moltitudine degli inconsapevoli. L'unico Einstein sostenibile è quello drammatico degli ultimi decenni della sua vita, quando lottava contro l'avanzata della meccanica quantistica e dell'indeterminismo ("Dio non gioca a dadi"; se l'elettrone fosse indeterministico, "preferirei fare il ciabattino, o magari il biscazziere, anziché il fisico") e cercava disperatamente una teoria unificatrice delle leggi fisiche. Ma, prigioniero ormai del proprio sviamento, era consegnato alla spuria fama di una formula scritta sulla tolda di una portaerei e al bisturi degli anatomisti, che ne hanno sezionato il cervello per trovarvi il segreto di una mitica intelligenza.
Facciamo seguire due lettere sull'ormai famoso spazio che può "contenere meno di nulla" (LE SCIENZE n.379, marzo 2000, e relativa nostra lettera nella sezione VIII), per cui abbiamo lanciato l'appello a suonare contro le grancasse accademiche le nostre "trombe di Gerico".
(4) 31 ottobre 2000
Salve Prof.Palmieri,
Sono tornato tra le pagine del suo sito dopo
aver lasciato trascorrere (colpevolmente lo ammetto) parecchio tempo.
L'occasione per giunta è stata anche fortuita,perchè stavo
provando un programmino shareware che permette di
scaricare interi siti, per leggerli comodamente senza impegnare il telefono.
Infatti dopo aver "frullato" il sito di Bartocci
(col quale vedo con piacere che è rimasto in contatto)
sono andato istintivamente alla Fisica Unigravitazionale,
tirando giù la bellezza di 6 Mb tra scritti e disegni.
Non si può certo dire che abbia dormito nel frattempo!
Per quanto dal punto di vista ufficiale lo si classifichi come
"eretico",
il suo lavoro appare oggi più consistente e di grande bellezza
(superfluo aggiungere intesa in senso non ornamentale).
Per il resto di argomenti per scrivere, la scienza ufficiale
ne offre davvero tanti, con gli inevitabili risvolti socio-culturali.
Se all'assurdità di certe teorie eravamo e siamo abituati,
soprattutto in relazione alla mancanza di quelle evidenze sperimentali
altrove reclamate a gran voce,
i risvolti sociali appaiono insopportabili, nauseanti nella loro
ipocrisia secondo cui chi non è d'accordo è necessariamente un oscurantista,
quando non destano addirittura allarme e preoccupazione.
Ritrovare punti di vista pressoché totalmente condivisi
è senza dubbio un elemento di conforto.
Ma qualcosa comincia a muoversi seriamente:
In particolare la fusione fredda è oggi un buon grimaldello
e comincia ad ottenere un certo apprezzamento.
Se ha avuto modo di dare un 'occhiata al sito di Bartocci
forse ha letto la recensione del libro di Roberto Germano
http://www.dipmat.unipg.it/~bartocci/germ1.html
per le edizioni Bibliopolis (http://www.bibliopolis.it/).
Mi è arrivato da pochi giorni: Germano (classe 69 un anno in più di me) ha
svolto
un ottimo lavoro divulgativo.
Glielo consiglio vivamente; è un libro che non può mancare
nella biblioteca del gruppo di Fisica Nuova,anche perché
è scritto da un...paesano con la ben nota sagacia partenopea.
Possa venir giù tutto quest'ignobile baraccone
della scienza del '900 fatto per il 10 % di evidenze sperimentali
e per il 90% di ideologie e con esso "le regioni di spazio che
contengono meno di nulla".
Un SI grande come una casa.
Cordiali Saluti
Lettera firmata.
(5) 29 dicembre 2000
Nel medioevo si trovavano i teologi per discutere quanti angeli
stessero
sulla punta di un ago. L'articolo di Le Scienze sul fatto che una regione di
spazio possa
contenere meno di nulla è emblematico, e a me ricorda il fatto suddetto.
In queste vacanze di Natale mi sono letto due libri di Bartocci. Danno
una spiegazione esauriente del perché la scienza ufficiale agisce con
certi metodi.
Ho visto dal contenuto del sito che avete avuto già rapporti. Penso sia
una collaborazione da coltivare.
Mi riprometto di approfondire il contenuto del sito sulla "Fisica
Unigravitazionale" con molta calma, le poche cose che ho letto mi
sembrano verosimili.
Dai libri di Bartocci, una critica a Cartesio era che con il suo modello
a vortici spiegava tutto e non calcolava nulla, Newton al contrario con
la sua misteriosa forza a distanza non spiegava niente e calcolava tutto.
Forse l'unica cosa che manca è un risultato sperimentale eclatante.
Avremo modo di risentirci in futuro.
Per adesso auguri di buon anno e che il terzo millennio veda una fisica
più razionale.
Paolo ACCOMAZZI
Una corrispondenza di grandissimo rilievo è quella intercorsa tra l'agosto e il dicembre 2000 con l'economista e scrittore prof. Domenico de Simone. La pubblichiamo integralmente, augurandoci che approdi a un incontro personale, come ci siamo da entrambe le parti ripromessi.
(6) 6 agosto 2000
Oggetto: Vostre iniziative.
Trovo solo ora nel web, per tramite di un link dal sito di
Hasslberger che
ho raggiunto seguendo le mie ricerche in economia, il vostro sito che
trovo
di estremo interesse anche per lo sviluppo del mio campo di indagine. Mi
occupo di economia ed ho pubblicato l'anno scorso un'opera di critica
radicale al sistema finanziario che promuove il reddito di cittadinanza
universale come strumento di liberazione. Le proposte avanzate nel libro
affondano le proprie radici nell'idea parmenidea dell'unità dell'essere che,
da quanto intuisco, appare molto vicina alle vostre elaborazioni sulla
fisica. Nei confronti della fisica ufficiale nutro perplessità da tempo,
asseverate dalla lettura di stranezze come quella dello spazio meno che
vuoto che a suo tempo mi provocò non poca ilarità (oltre ad incrementare in
maniera esponenziale i miei dubbi). Ritengo che per chi si occupa di
filosofia sia essenziale indagare la fisica, un tempo ancilla ma ora
quantomeno compagna sulla via della conoscenza.
Sono molto interessato a ricevere il testo di Palmieri sulla fisica
unigravitazionale in qualunque formato nonché ad avere notizie sulle vostre
iniziative cui sarei lieto di poter partecipare.
Vi ringrazio per l'attenzione e Vi saluto cordialmente
Domenico de Simone
6 agosto 2000
Oggetto: Unità dell'essere.
(7) 6 agosto 2000
Oggetto: Le trombe di Gerico.
7 agosto 2000
Oggetto: Manifesto della libertà.
(8) 11 agosto 2000
13 agosto 2000
Oggetto: Il Milione.
(9) 16 agosto 2000
(10) 23 dicembre 2000
Oggetto: Ritorno.
Ancora dal suono delle trombe di Gerico prende le mosse un'altra a noi carissima corrispondenza, resa più significativa da un personale incontro col nostro interlocutore, dott. Gaetano Maurizio Grippi.
(11) 6 maggio 2000
Oggetto: fisica unigravitazionale
Si! A presto
G.M. Grippi
(12) 8 giugno 2000
Oggetto: fisica unigravitazionale
Egr. Prof. Palmieri, da mesi sono tentato di scriverle per
comunicare
l'estremo interesse che mi ha suscitato il suo lavoro. Intanto, mi
presento:
sono un chirurgo ortopedico che si occupa in particolare di chirurgia
della
mano. Ho sempre avuto molto interesse per la "scienza" da me
sempre
considerata sotto l'ottica un po' desueta e romantica dei
"filosofi della
natura" cui, intimamente, mi sento affine. Negli anni ho
consolidato le mie
conoscenze e consapevolezze ed in maniera del tutto intuitiva mi ero
convinto che il "tutto" sia razionalmente e logicamente
spiegabile in
maniera unitaria. E non avendo grandi competenze in fisica e
matematica,
avevo dedotto queste verità sopratutto dalle mie conoscenze
biologiche.
Avrei molto da dire in merito, ma non vorrei dilungarmi troppo. Vengo
al
dunque. Ho trovato il suo sito per puro caso: qualche mese addietro
avevo
trovato e stavo elaborando una originale spiegazione biomeccanica
della
funzione del carpo (poiché, nei fatti, nessuno sapeva come le otto
ossa del
polso fossero funzionalmente correlate) e mi ero reso conto che
la
spiegazione (peraltro, semplicissima) implicava che l'assetto
geometrico e
la peculiare configurazione geometrica delle sue ossa fosse basata sul
rapporto aureo. Cercando su internet di questo rapporto ho trovato
l'equazione cosmologica e la fisica unigravitazionale. Ho letto tutto
il
sito e pur incapace di seguirla nei dettagli matematici ho colto
la grandiosa semplicità e potenza esplicativa delle sue tesi.
Soprattutto
nell'offrire una spiegazione razionale ed onnicomprensiva della
geometria
delle strutture naturali. Condivido e con-sento! Forse, sarei molto più
cauto nello spiegare problematiche sub iudice e molto controverse: i
tumori,
la cura Di Bella etc. Questi sono meandri conoscitivi su cui è saggio
non
prendere posizioni pregiudiziali.
Ho aderito al programma di Fisica Nuova e mi piacerebbe ricevere
qualche
opuscolo, in merito.
Inoltre,volevo dirle che intuisco nella sua scrittura e nella limpidità
delle sue argomentazioni una carica intellettuale, non da poco, e pur
ammirando molto la sua ironia a volte sono rimasto sorpreso per il
tono
vagamente aggressivo che manifesta. Mi creda, forse non ne avrebbe
bisogno.
Con molti cordiali saluti. A presto
G.M. Grippi
9 giugno 2000
Egr. Dott. Grippi,
la ringrazio vivamente della sua bellissima lettera, che, anche da
sola,
sarebbe la migliore ricompensa delle mie pluridecennali fatiche. Chi,
come
lei, partendo dalla mano è capace di pensare l'universo, è
l'interlocutore
ideale di una concezione olistica della natura, qual è la fisica
unigravitazionale. Il mio interesse, pertanto, è sollecitato
particolarmente
da quella sua frase: "Avrei molto da dire in merito, ma non
vorrei
dilungarmi troppo", considerato quanto lei ha scoperto sulla
struttura
geometrica del carpo, grazie alla quale ha poi trovato su Internet
l'equazione cosmologica. Questa sua ottica, "desueta e
romantica", rivolta a
un "tutto" unitariamente spiegabile è quella giusta degli
antichi "filosofi
della natura", a cui, per buona sorte, ci ispiriamo entrambi. Non
fanno un
minimo ostacolo al mio ringraziamento, anzi lo rafforzano, le sue
garbate
critiche a certi aspetti del mio lavoro, delle cui difficili
implicazioni
sono consapevole. Le farò pervenire due antichi miei lavori,
che vanno
riguardati alla luce della rielaborazione matematica fattane in anni
più
recenti. Con l'augurio che la nostra conoscenza possa proficuamente
approfondirsi, la saluto cordialmente.
Renato Palmieri
(13) 14 giugno 2000
Egr. prof. Palmieri, ho accolto con una certa emozione la sua
risposta alla mia lettera. Sapevo che mi era affine, ma adesso la
sento anche amico. E sono certo che potrebbe diventare il mio
interlocutore ideale. So di avere stimolato la sua curiosità e spero
presto di riuscire a soddisfarla; ho bisogno di un po' di tempo per
scrollarmi di dosso alcuni impegni professionali e per riordinare le
mie idee.
Anticipo, comunque, che alcune fra "le
molte cose che avrei da dire " riguardano il rapporto fra
"l'informazione genetica " e l' "informazione ambientale
" nello sviluppo delle strutture biologiche in generale e delle
deformità (congenite od acquisite), in particolare. Come piattaforma
concettuale son partito dall'ipotesi di Cibernetica, e
dall'applicazione formale della Teoria dei Sistemi. Ho dedotto, sulla
base di documentate osservazioni cliniche personali ed utilizzando
(anche) osservazioni di autori del passato (in altri ambiti patologici
e, più in generale, in altri "Sistemi aperti ed
auto-organizzati") una Legge Dismorfogenetica e un Principio di
Regressione (credo, dato l'isomorfismo dei Sistemi) con valore
universale e che, "... (questo Principio)...strutturando il Tempo,
nei costrutti sistemici (biologici o di altra natura)..."consentirebbe di formulare una razionale spiegazione del "perché"
della vita e del "perché" dell'evoluzione, all'interno
delle "necessità" strutturali e di funzionamento del nostro
Universo e, comunque, al di fuori di ogni metafisica.
Ebbene, tutto ciò (ed altro ancora su cui
non mi soffermo) credo sia suscettibile di "traduzione"
fisico-matematica e anche se non so il perché, ritengo che
l'Equazione Cosmologica e la Fisica Unigravitazionale in qualche modo
possano (o, forse già lo fanno) comprendere tutto ciò. Per il
momento, forse, può bastare; e non mi trattengo oltre, poiché,
purtroppo, ho molto poco tempo da dedicare a questi miei interessi.
Con molti cordiali saluti. A presto, spero.
G.M.Grippi
16 luglio 2000
(14) 11 dicembre 2000
Caro prof. Palmieri, nonostante le mie intenzioni non mi riesce
ancora di venire a trovarla. Quasi una volta al mese transito per
Napoli diretto a Palermo e ogni volta mi rammarico che la mia sosta
sia tanto breve. Purtroppo sono molto impegnato nella mia attività
professionale e se mi muovo vado per relazionare ai Congressi.
Inoltre, nel mese di giugno 2001 ne sto organizzando uno ad Alba sui
temi chirurgici che sto sviluppando. Sappia che spesso le rivolgo il
mio pensiero e che, se appena posso, cerco i nuovi aggiornamenti sul
suo sito. E, comunque, anche se non ci conosciamo di persona, sento e
ricambio la sua benevolenza. Con affetto, in attesa di incontrarla, le
invio tanti auguri per la fine dell'anno.
Maurizio Grippi
(15) 2 gennaio 2001
Egr. prof. Palmieri, nel ringraziarla per il suo messaggio
augurale che
ricambio di cuore, la informo che domenica 28 gennaio p.v.,
approfittando di
uno dei miei consueti viaggi in Sicilia, potrei sostare a Napoli per
incontrarla. Ovviamente, se lei è disponibile. Ho già prenotato le
coincidenze dei voli anche per questa possibilità; in tal caso
arriverei a
Napoli alle 15.35 per poi ripartire alle 21.10 per Torino. Mi faccia
sapere.
Molti cordiali saluti
G.M. Grippi
7 gennaio 2001
(16) 8 gennaio 2001
Egr. Prof. Palmieri, grazie del cortese invito, anche se era mia
intenzione, al mio arrivo a Napoli, di venire a casa sua in taxi.
Certamente, adesso sono anche incuriosito dalla prospettiva di vedere
il bel panorama Partenopeo dal suo terrazzo. Ma in verità, già
volevo incontrarla nel suo ambiente di lavoro: fra i libri, le carte e
i ricordi di tutta una vita. Conoscere un Uomo è anche questo, no ?
Affettuosi saluti
G.M. Grippi
(17) 2 febbraio 2001
Egr. prof. Palmieri, dopo quasi una settimana di intenso lavoro, trovo
il tempo per comunicarle le mie impressioni sul nostro incontro. Ho
molto pensato alle cose che ci siamo detti e, come prevedevo,
l'interazione con la sua mente ha molto giovato ai miei convincimenti.
Non mi trattengo molto. Ma mi è sembrato di conoscerla da sempre.
L'avevo immaginato così com'è; ed in futuro credo che ci
rincontreremo.
Per intanto e con un affettuoso abbraccio, la saluto.
Maurizio Grippi
Ed ecco il sentire di una deliziosa interlocutrice, Annamaria Gaudenzio:
(18) 19 giugno 2000
Oggetto: messaggio.
Grazie, annamaria. Il più alto "riconoscimento ufficiale" sarebbe ben poca cosa rispetto al suo "modestissimo parere". Spero di risentirla.
25 giugno 2000
Dopo uno scambio di impressioni relative al cosmo, alla poesia e all'arte ho avuto la fortuna di ricevere la mail seguente e di visitare il sito indicatovi.
Oggetto: il colore della parola
http://digilander.iol.it/eureka6/
Lettere di chi "è con noi" o, almeno, è attento al nostro discorso.
(20) 25 giugno 2000
Carissimo Renato Palmieri
Sono un biotecnologo, lavoro in un Parco Scientifico.
Il mio lavoro è rivolto principalmente ad ottenere lo sviluppo di
microoganismi unicellulari fotosintetici con l'uso di reattori algali.
Ma veniamo a quello che mi è successo quando per caso ho incontrato il tuo
scritto ad internet, e che ancora non ho finito di leggere. Ebbene sappi che
sto avendo un piacevolissimo stravolgimento del mio concetto
filosofico-cosmologico dell'universo. Sono ragionevolmente convinto, anche
se non sono un addetto ai lavori, che questo convincente e meraviglioso
nuovo percorso della fisica nel futuro cambierà tutto!!!
Sono con Voi.
I più Cordiali Saluti
Davide Di Giuseppe Stefanori
26 giugno 2000
Carissimo Davide,
grazie della tua commossa adesione all'attività di Fisica Nuova, che conta
molto sull'appoggio di persone come te, più che di specifici "addetti ai
lavori". Cordialmente
Renato Palmieri
(21) 19 maggio 2000
Caro Sig. Martella,
(22) 22 agosto 2000
Gentile Sig. Renato Palmieri,
sono un diciassettenne appassionato di fisica e sono da qualche giorno
venuto a conoscenza del Suo sito e della Sua teoria. Volevo chiederLe il
modo in cui la Sua teoria spiega l'esistenza e l'origine della cosiddetta
"radiazione di fondo" che, secondo la fisica non unigravitazionale,
è
conseguenza del Big Bang.
RingraziandoLa anticipatamente, Le porgo i miei più sinceri saluti.
Nicolò Martini.
Caro Nicolò,
la "radiazione di fondo" non è conseguenza del Big Bang, che è
avvenuto solo
nei sogni della fisica attuale, ma del fatto semplicissimo che negli spazi
intergalattici non poteva non esserci della rarefattissima materia dispersa,
la quale dà con quella radiazione un segno del tutto naturale della sua
presenza.
Ciao e a risentirci.
Renato Palmieri
(23) 30 novembre 2000
Oggetto: Richiesta informazioni
1° dicembre 2000
(24) 14 dicembre 2000
Salve! alcuni giorni fa le scrissi una mail, si ricorda?
Avrei un quesito a farle:
il fotone emette un campo di forza unigravitazionale che si sposta intorno
a se' in modo eccentrico...... mi domando, ma si sposta anche nel tempo?
io
credo di si'. Praticamente, mi potrebbe spiegare in sintesi come tratta il
tempo la fisica unigravitazionale?
lla ringrazio anticipatamente........
Moretti Gabriele
Caro Sig. Moretti,
la fisica unigravitazionale tratta il tempo e lo spazio esattamente come
tratta lei questi stessi concetti: e cioè come forme che il filosofo Kant
chiamava "a priori", perché non le possiamo definire in altro
modo. In
particolare Sant'Agostino diceva del tempo: "Io so che cosa è il
tempo, ma
se qualcuno me lo domanda, non so più cosa sia". Io rispondo anche a
lei
come Sant'Agostino. Aggiungo solo il consiglio di non correre dietro alle
sciocchezze che anche su questi argomenti ci racconta la cosiddetta
"scienza" contemporanea. Cordialmente
Renato Palmieri
(25) 26 dicembre 2000
Oggetto: Le trombe di Gerico.
Sì
Marco Pialorsi
(26) 26 dicembre 2000
Oggetto: Link
29 dicembre 2000
(27) 22 luglio 1999
22 luglio 1999
(28) 22 luglio 1999
23 luglio 1999
(29) 23 luglio 1999
(30) 29 agosto 2000
Oggetto: Le trombe di Gerico.
Vincenzo Sergioli
(31) 11 febbraio 1999
Oggetto: info
Gentile Dott. Palmieri,
sono molto interessato a questa che voi definite fisica nuova.
Vorrei sapere come si svolge la vostra attività e se sono
previsti
incontri o manifestazioni pubbliche a carattere divulgativo, quali
seminari o conferenze.
Vorrei inoltre sapere se le basi concettuali per questa Nuova
Fisica
siano in qualche modo legate all'Antroposofia di Rudolf Steiner.
Cordiali saluti
Francesco Spadini
ps. Ho letto che lei ha insegnato nelle scuole superiori; quale
disciplina?
13 febbraio 1999
Gentile Sig. Spadini,
il Gruppo Fisica Nuova svolge prevalentemente attività interna,
con incontri
che possono occasionalmente allargarsi a persone interessate alla
tematica,
su loro richiesta.
Le basi concettuali della fisica unigravitazionale sono del tutto
autonome
da particolari concezioni filosofiche o religiose, che non vengono
né
accettate né escluse in modo pregiudiziale.
Il mio insegnamento nelle scuole medie superiori ha avuto
carattere
umanistico (discipline classiche e storia).
Grazie dell'attenzione e cordiali saluti.
Renato Palmieri
(32) 10 aprile 1999
Oggetto: conchiglia
carissimo sig. renato palmieri,
mi chiamo federico terenzi e mi è capitato di leggere tempo fa un
suo
articolo trovato sul web che riguardava le leggi del cosmo nella
conchiglia. poiché mi era piaciuto e non riesco più a trovarlo
nel web,
potrebbe darmi lei un riferimento?
sto iniziando a leggere ciò che ha scritto sulla fisica
unigravitazionale!!!
distinti saluti
federico terenzi
10 aprile 1999
Caro Federico,
troverai l'articolo nel sito
http://xoomer.alice.it/sheran
E' il sito del Centro Clipeologico Partenopeo, nella cui schermata
c'è un
link diviso in due parti: Il Ragno di Nazca e Fisica
Unigravitazionale.
Cliccando a sinistra (Il Ragno di Nazca), trovi tra gli altri due
miei
articoli: "Le leggi del cosmo in una conchiglia" e
"La chiave astronomica
della fondazione di Neapolis".
Ciao e a risentirci.
Renato Palmieri
(33) 12 maggio 2000
Gentile Renato Palmieri,
mi chiamo Pasquale Trotta. Un mio conoscente mi ha dato
l'indirizzo del Vostro sito che ho trovato veramente stimolante.
Sebbene lavori per Telecom Italia (vedi indirizzo e-mail) sono laureato
in Fisica e per quanto possibile cerco di ampliare le mie
conoscenze.
Intendo studiare le Vostre teorie perché osservo in esse
possibili risposte a quesiti che durante i miei studi non erano
passati inosservati (e come potevano....).
Ma, non avendo un accesso internet a casa e non riuscendo a
stampare in ufficio (né mi è possibile leggere a video per tanto
tempo) non sono stato ancora in grado di applicarmi veramente.
Sarebbe possibile avere qualche testo (o supporto tipo CD,
stampabile) che includa le informazioni presenti sul sito?
Sono ovviamente disposto a sostenere le spese.
La ringrazio dell'attenzione e la saluto.
Pasquale Trotta
15 maggio 2000
Gent. Sig. Trotta, manca un recapito postale per l'invio (gratuito) di quanto Lei chiede. Cordiali saluti.
Renato Palmieri
Segue una corrispondenza con un altro studioso di economia " non classica", Roberto Massera. Abbiamo ridotto qua e là gli scritti per motivi di ... economia.
(34) 20 marzo 1999
Oggetto: Fisica
unigravitazionale e altro
Caro professore,
mi chiamo Roberto Massera, sono nato nel 1950 (il 29 luglio!), e
sono
arrivato alla sua Home Page cercando informazioni su Giuliano
Preparata e
sulla fusione fredda. La fisica è sempre stata la mia passione.
Mi ero
iscritto a Fisica all'università, ma, siccome dovevo lavorare e
per
convenienza (per evitare il servizio di leva), mi sono poi
iscritto ad
Economia, che ho sempre ritenuto una materia disgustosa.
Ho letto i suoi articoli sulla fisica unigravitazionale e ho
giocato un po'
con l'Olopoiema. Non posso dire di aver capito perfettamente
tutto, ma
certamente la fisica unigravitazionale si mostra in tutti i sensi
infinitamente superiore alla fisica corrente.
Ma non mi sorprende che i fisici non dedichino alla fisica
unigravitazionale la dovuta attenzione perché la stessa cosa è
accaduta ed
accade a me per quanto riguarda la teoria economica.
Lei saprà che la teoria economica classica, quella di Smith,
Ricardo e
Marx, sostiene che il lavoro è l'essenza del valore economico.
Tuttavia,
nella rappresentazione formale delle relazioni economiche sorge
una
contraddizione, conosciuta come il "problema della
trasformazione dei
valori oggettivi ai prezzi di mercato", che non permette di
vedere quale
sia la relazione fra i prezzi delle merci e le quantità di lavoro
impiegato
a produrle. Per questo non è possibile definire il valore delle
unità
monetarie delle varie nazioni in termini assoluti.
Ho risolto il problema nel '76, e il primo risultato che ho
ottenuto è
stato quello di dovere abbandonare l'Università. Da allora mi
sono rivolto
a varie riviste ed economisti, ma in genere quasi nessuno mi ha
risposto, e
quelli che lo hanno fatto hanno detto solo delle sciocchezze. È
molto
frustrante vedere come praticamente a nessuno interessi la verità.
Sembra
che nessuno riesca a capire che gli enormi problemi ecologici e
sociali
esistenti non possono essere risolti se non si sa cosa siano
l'economia e
il valore economico.
Se vuole vedere di che si tratta può trovare il mio saggio
(Prezzi
Assoluti) a questo URL:
http://www.unipr.it/~deyoung
A questo indirizzo potrà trovare anche un altro saggio
riguardante il senso
dell'economia, ossia i motivi della sua venuta in esistenza, il
modo in cui
essa influenza l'evoluzione umana e il carattere del momento in
cui ci
troviamo.
Attualmente sto lavorando su un saggio sulla natura del Mutamento
nel quale
vorrei mettere, tra gli altri, un link alla sua home page.
Sono convinto che, per evitare il disastro verso il quale stiamo
precipitando, deve essere la società in quanto tale a stabilire
cosa deve
essere fatto e cosa no, che su questa base ognuno possa dedicarsi
all'attività che preferisce, e che quindi l'economia, ossia la
quantificazione dell'esistenza, debba essere eliminata. Ciò
sarebbe
universalmente auspicabile e materialmente molto semplice, ma
richiede un
grosso cambiamento interiore: un mutamento culturale,
dell'atteggiamento
verso l'esistenza in tutti i suoi aspetti. Per questo considero la
fisica
unigravitazionale estremamente importante. Secondo me, perché il
Mutamento
possa avvenire, occorre che si formi un gruppo di persone la cui
autorità
morale ed intellettuale gli permetta di diventare un riferimento
per tutti
gli altri, e questo può diventare possibile se si riesce a
raccogliere,
fondere organicamente e rendere disponibili le conoscenze e le
informazioni
nei vari campi (fisica, scienza in generale, medicina e
tecnologia) utili
ad una esistenza pacifica senza denaro.(...)
Lei dice che Scaramuzzi ha fatto brevettare il procedimento per la
fusione fredda (Preparata dice che col costo di un milione circa
si possono
soddisfare i bisogni energetici di una famiglia per 600 anni). È
possibile
saperne di più?
Spero di sentirla presto. Roberto
20 marzo 1999
Caro Roberto,
considero la sua lettera una delle più importanti da me ricevute
finora.
Condivido pienamente il suo punto di vista
sull'economia, sia pure nella breve sintesi che lei ne ha fatto.
Sono
convinto anch'io della necessità di fare fronte comune, da parte
del maggior
numero possibile di persone intellettualmente oneste, contro
l'insopportabile arroganza dell'attuale potere tecnocratico, che
sta
portando l'umanità verso il baratro. Sono anche d'accordo con lei
che sia
necessario un mutamento interiore generalizzato per l'affermazione
di una
nuova cultura che sia degna dell' homo sapiens. La realizzazione
della
fusione fredda è oggi centrale per evitare l'incombente rovina
dell'intero
habitat umano in conseguenza dell'inquinamento e della
desertificazione.
Quanto a Scaramuzzi, suppongo che stia lavorando nella
"clandestinità", a
causa della guerra scatenatagli dagli ambienti accademici, come un
po' tutti
quelli che si occupano dello stesso problema. Purtroppo gli
"eretici"
operano spesso in contrasto e in competizione reciproca, facendo
il gioco
dell'establishment. Naturalmente sarò lietissimo di avere un link
nel suo
Web e a mia volta ne metterò uno per la sua pagina nel mio sito
[v. icona nel frontespizio del sito]. Se lei vorrà, le darò
indicazioni più dettagliate via e-mail per l'uso di Olopoiema. Mi
ha
colpito la sua osservazione, messa tra parentesi e col punto
esclamativo,
circa la sua data di nascita: il 29 luglio, che è quella del
Messaggio del
GFN al mondo "Una fisica per il Terzo Millennio".
Speriamo che la
coincidenza abbia un significato augurale per la nostra
conoscenza. A
presto.
Renato Palmieri
(35) 8 aprile 1999
Caro Professore,
ho in testa un paio domande la cui risposta è probabilmente
implicita a
quanto lei già ha scritto nelle sue pagine. Sarebbe quindi meglio
che
provassi a trovarmi da solo le risposte, ma in questo momento
purtroppo non
posso dedicarmi immediatamente all'approfondimento della Fisica
Unigravitazionale, perciò, anche a rischio di fare una magra
figura, mi
azzardo a dirle di che si tratta.
1) I corpi ruotano intorno ad una massa gravitazionale
relativamente
maggiore senza cadere su di essa come risultato dell'equilibrio
fra la
forza di attrazione di quella massa e quella del resto
dell'Universo. Ma se
la forza di attrazione è l'unica forza agente nell'Universo, come
mai,
infine, l'Universo non collassa su sé stesso?
2) Se gli elettroni (i protoni e i neutroni) hanno la stessa
massa, la
grandezza di tale massa è implicita alle proprietà
geometrico-strutturali
del fotone. E' possibile allora calcolare questa grandezza, ossia
il numero
di fotoni di cui la loro massa è composta?
3) Similmente: Le proprietà del fotone permettono di capire come
mai gli
elementi che si trovano in natura sono solamente 92 e come mai
altri sono
instabili o non possibili?
La ringrazio anticipatamente. Roberto
(36) 10 aprile 1999
Oggetto:
L'Universo è luce infinita
Caro professore,
parlando con un mio amico sulla domanda N 1, è scaturita l'idea
che
l'Universo certamente collasserebbe su sé stesso se fosse finito,
ma che
questo non potrebbe invece accadere se, al contrario, fosse
infinito. In
questo caso infatti non esiste un centro in cui collassare, e i
corpi
possono rimanere in equilibrio fra le forze esterne e quelle del
corpo
vicino. Dal momento quindi che l'unica forza esistente è la forza
gravitazionale, è corretto dire che "l'Universo è luce
infinita". Lei pensa
che questa sia una ipotesi accettabile?
Roberto
10 aprile 1999
Caro Roberto,
mentre stamattina mi accingevo a rispondere alla sua lettera
precedente, ho
avuto il grandissimo piacere di trovare nella mia posta il suo
ulteriore
messaggio, che mi ha esentato dal rispondere alla prima delle sue
tre
domande, dal momento che lei e il suo amico avete trovato da soli
la
risposta perfetta. Ad essa non ho proprio nulla da aggiungere,
tranne che
confermarla in pieno con la formula che io fornisco nella prima
delle mie
opere ("Fisica del campo unigravitazionale" del 1969) :
P(u)=0, ossia il
"peso reciproco" dell'universo è nullo, proprio perché
l'universo è infinito
è la sua materia totale è in mutuo equilibrio dinamico. Sulla
sovracoperta
della stessa opera, come del resto più volte nel Web. è poi
scritta la mia
espressione sintetica "L'Universo è luce", alla quale
è bello aggiungere il
suo aggettivo "infinita", anche se l'idea è implicita.
Risponderò molto presto alle altre sue domande, anch'esse molto
interessanti, perché sto per uscire e mi premeva congratularmi
con lei ed il
suo amico per la soluzione autonoma del primo problema.
Cordialmente
Renato
(37)
12 aprile 1999
Oggetto: Muccapazza
In effetti, una volta stabilito che la forza gravitazionale è
l'unica forza
esistente, l'illimitatezza dell'Universo è del tutto implicita e
anche
ovvia. Ma quando si afferra il concetto per la prima volta, dopo
una vita
che si è abituati a credere al Big Bang, l'effetto è
quello di una vera
"illuminazione".
Credo che la capacità di concepire questi concetti implichi una
serie di
qualità interiori fra le quali non manca certo il senso
dell'umorismo, e
per questo mi permetto di inviarle questo file sulla mucca pazza.
Cordiali saluti. Roberto
18 aprile 1999
Caro Roberto,
d'accordo sull'umorismo come alta qualità dello spirito umano. Le
invio il
suo blocco note con le altre risposte al messaggio dell'8 aprile
scorso.
Ho ricevuto nel frattempo un nuovo messaggio, al quale rispondo a
parte.
Cordialmente
Renato
(38) 18 aprile 1999
Oggetto: Galassia e Nautilus
Caro professore,
navigando in rete ho trovato il sito sul Panteismo Scientifico di
Paul
Harrison al seguente indirizzo:
http://members.aol.com/Heraklit1/index.htm
Non so se lo conosce. E' un sito interessante, ma la cosa che più
mi ha
colpito è il logo della pagina, ossia una galassia accostata a un
nautilus,
e non ho potuto resistere al desiderio di spedirglielo come
attached
document.
Non credo però che Harrison conosca la connessione profonda della
stessa
forma nei due diversi oggetti, e questo mi fa pensare che è un
vero peccato
che il suo lavoro non sia disponibile in inglese.
Spero di sentirla presto. Roberto
29 aprile 1999
Caro Roberto,
le chiedo scusa se non sono sempre sollecito nelle risposte, a
causa
dell'impegno che mi richiede il continuo lavoro di aggiornamento
del sito.
Le sue proposte di approfondimento sono sempre interessanti, così
come in
questo caso. Infatti, uno dei problemi più oscuri da un punto di
vista
strettamente cognitivo è quello dei "simboli" che tutte
le religioni
contengono e che celano "profonde connessioni", come lei
giustamente dice.
tra forme e concetti apparentemente disparati, senza che gli
stessi adepti
ne conoscano, in genere, la motivazione sostanziale. Il termine
stesso di
"simbolo" vuol dire "il mettere insieme due parti
di un tutto come segno di
riconoscimento". Il termine opposto è "diavolo",
ovvero "chi scompone e
divide", per evitare appunto il riconoscimento dell'unità
originaria. Sotto
questo profilo, si potrebbe dire che la "scienza"
moderna è propriamente
"diabolica", perché incapace di relazionare
cognitivamente i molteplici
fenomeni dell'universo: per esempio, il nautilo e la galassia. In
questo è,
d'altra parte, anche l'errore delle particolari e spesso
contrastanti
istituzioni religiose, ognuna delle quali pretende di avere per sé
l'assolutezza del consenso divino o la chiave interpretativa
esclusiva
dell'universo metafisico.
Le confermo, al di là dei miei ritardi, che lei resta uno dei
miei migliori
interlocutori in questa comune ricerca del senso delle cose.
Cordialmente
Renato
L'intervento di un biologo e medico, Stefano Scaramagli:
(39) 20 dicembre 1998
Oggetto: Visitatore sito
di Renato Palmieri
Messaggio a Renato Palmieri
Mi chiamo Stefano Scaramagli e mi diletto nella ricerca su internet di argomentazioni scientifiche che stuzzicano la mia fame di conoscenza.
Ho visitato il suo sito riguardo alla fisica unigravitazionale e debbo dirle che sono rimasto favorevolmente impressionato. Il suo tentativo di dare una spiegazione plausibile ai molti quesiti che gli uomini si pongono riguardo all'organizzazione della materia, costituisce un ottimo esempio di ricerca scientifica "ad occhi aperti".
Ci sono due vecchi proverbi che dicono: Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere, così come non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Credo che il mondo scientifico stia applicando alla lettera questi due proverbi.
La mia personale opinione sulle sue argomentazioni di fisica è penalizzata dalla mia preparazione culturale che gravita principalmente attorno alla biologia umana (sono laureato in medicina ) e zoppico vistosamente nel linguaggio stretto della fisica. Questo fatto accade perché ora c'è internet con la sua straordinaria capacità di "connettere" assieme le menti più disparate del pianeta.
Il monopolio detenuto dalla scienza ufficiale nell'elargire il sapere viene messo in discussione da questo "strumento" che consente a tutti coloro che amano la ricerca della conoscenza di lanciare il proprio sguardo in più di una direzione.
Tuttavia il problema del "linguaggio tecnico" rimane e va affrontato con serietà e pacatezza, al fine che il suo sapere e quello di chiunque altro possa essere innanzi tutto compreso nel suo significato più autentico. Bisogna uscire dalla mentalità egocentrica che porta l'uomo a pensare che esiste solo il mondo che ci circonda.
La lingua che ognuno di noi parla è composta di parole e simboli cresciuti assieme a noi, che abbiamo attinto dallo spazio circostante nell'arco della nostra vita. Il mio linguaggio tecnico è diverso dal suo, ma questo non significa che io non ami la materia che lei tratta. E ciò che desidero in questo momento è conoscere passo passo le basi della fisica alla luce della sua interpretazione dell'organizzazione della materia. La mia non è una critica al linguaggio tecnico usato per scrivere il suo testo (di per se abbastanza chiaro), bensì un invito a considerare che fra i suoi "visitatori" ci sono persone con formazione scientifiche diverse, ma ugualmente interessate all'argomento, che non vogliono sentirsi "andicappate" dalla comprensione di ciò che scritto per colpa di un linguaggio che non parlano quotidianamente. Personalmente mi sono fatto alcune ipotesi riguardo all'organizzazione della materia in relazione all'organizzazione della materia vivente, per cui le lascio il mio indirizzo di posta elettronica per una sua eventuale risposta.
Distinti saluti Stefano Scaramagli
13 gennaio 1999
Caro dott. Scaramagli,
le chiedo scusa per il ritardo della risposta, dovuto al mio impegno nell'aggiornamento del sito di Fisica Nuova. So, peraltro, che le ha scritto precedentemente il mio amico Luciano Cattaneo e mi limito ora a qualche mia personale considerazione. Ritengo che lei non sia penalizzato ma al contrario avvantaggiato dall'essere un esterno al mondo della fisica teorica attuale, che è fortemente condizionante in senso negativo nei confronti dei non "addetti ai lavori". Del resto la sua qualifica di biologo e di medico avvalora l'importanza del suo apprezzamento nei confronti della nuova fisica: di ciò la ringrazio. Quanto alla sua sollecitazione all'uso di un linguaggio più tradizionalmente tecnico, devo dirle sinceramente di non condividere la sua preoccupazione. Infatti, è proprio il tecnicismo del linguaggio l'arma usata dalla scienza accademica per escludere i "profani" dal mettere il naso non solo nelle sue questioni teoriche ma soprattutto nei suoi interessi pratici, che sono generalmente colossali.
Io mi sono proposto di parlare un linguaggio semplicemente "chiaro", come lei mi riconosce, rivolgendomi a persone di normale cultura come ai miei veri giudici. La novità del mio discorso sta anche in questo, e non solo nei contenuti: il rifiuto di ogni falso alibi per le dottrine ufficiali che le salvi dal generale giudizio della gente. Bisogna smontare il doppio binario su cui corre lo scientismo vigente: da una parte un linguaggio astruso per gli iniziati; dall'altra una divulgazione illusoria fatta per i profani.
Augurandomi di risentirla presto, la saluto cordialmente.
Renato Palmieri
(40) 17 gennaio 1999
Ho letto sul suo sito del "mezzo intermateriale" o "etere", nel quale si propagano le onde. Le mie ricerche sulla fisica hanno l'obbiettivo di comprendere la vera organizzazione elementare della materia. Il mio primo passo è stato quello di chiarire nella mia mente il concetto di "mezzo" nel quale si propagano le onde. Spero che l'idea che mi sono fatto in testa sul "mezzo" sia compatibile con la sua, se così è, risparmierò un sacco di tempo e potrò procedere nello studio.
In sintesi il mio pensiero sul "mezzo" è: Il mezzo è un fattore indispensabile per la propagazione di qualsiasi movimento ondulatorio. Le onde del mare sono spinte dal vento, ma se non ci fosse l'acqua del mare, che funziona da mezzo, come potrebbero esistere? La melodia di una canzone, come potrebbe allietare le mie orecchie se non ci fosse l'aria, che consente alle onde sonore di propagarsi nella mia stanza? Persino le onde sismiche hanno bisogno della solida terra per propagare la loro forza distruttiva. Quando poi si osserva lo spazio dove si propagano onde radio provenienti da lontane galassie o da astronavi in missione, oppure le onde luminose provenienti dal sole, mi viene da chiedermi: Quale sarà il mezzo nel quale si propagano queste onde? Molti dicono che nello spazio c'è il vuoto e che le onde radio viaggiano come dei veloci proiettili! Io non credo che il vuoto siderale sia totalmente vuoto, privo cioè di un "mezzo" idoneo a propagare onde radio, televisive e luminose.
Poco importa se questo mezzo è difficile da osservare, da misurare. La logica razionale della mente umana è in grado di vedere chiaro dove le macchine più sofisticate vedono scuro. Mi va bene di chiamarlo etere o mezzo intermateriale purché non senta la parola "proiettile" oppure frasi come: Nello spazio siderale c'è il vuoto pieno di nulla tranne che qualche meteorite e un po' di polvere. Io credo invece che lo spazio è pieno come un "uovo", altro che vuoto. Se siamo in grado di percepire molti tipi di onde che si propagano nello spazio, vuol dire che questo è pieno del "mezzo" necessario per la loro propagazione. Perché non possono esistere le onde del mare senza l'acqua del mare!
Forse ho detto un sacco di cose ovvie, forse ho sfondato una porta aperta ma, queste argomentazioni non sono molto di moda dalle parti di Piero Angela e colleghi!
Cordiali saluti da Stefano Scaramagli
17 gennaio 1999
D'accordo su tutto: sulle conchiglie, sui quadrifogli, sul "mezzo" e su Piero Angela. A risentirci. Cordialmente
Renato Palmieri
Una scoperta molto importante di uno studioso di esoterismo matematico, Alberto Zucchetta:
(41) 25 novembre 2000
Caro professor Palmieri,
ho appena sfiorato i suoi studi e sono rimasto affascinato,
anche se la
materia non rientra nelle mie specifiche conoscenze
se non quelle di un uomo comune assetato di verità.
Se lei crede di segnalarmi il suo indirizzo di Napoli,avrei
piacere di
spedirle un mio libretto, pubblicato quest'anno dall'Accademia
di
agricoltura scienze e lettere di Verona, che svela il segreto
dell'O di
Giotto.Qualche giorno fa ne ha dato notizia anche il Tg1 Rai.
Un qualificato commento lo può trovare nel sito:
http://www.geocities.com/giottosegreto/
Nel complimentarmi per la sua fatica che spero abbia tutti i
riscontri
positivi che merita, e scusandomi se le ho sottratto tempo
prezioso,la
saluto molto cordialmente.
Alberto Zucchetta
Commento nel sito:
Lo studio pubblicato nel libro di Alberto Zucchetta IL SEGRETO DELL' O DI GIOTTO - introduzione di Renzo Chiarelli - svela come Giotto elaborava i suoi dipinti attraverso un'antica formula ermetica di ispirazione pitagorica. Una straordinaria scoperta destinata ad accendere nuova luce sul grande maestro toscano e che potrebbe rivoluzionare il modo di "leggere" e interpretare l'arte del '300.
La ricerca di Alberto Zucchetta che prende lo spunto dal leggendario "O" di Giotto si snoda nel mondo della scienza medievale, intrisa di numerologia, matematica, geometria sacra, simbolismo ermetico e filosofia, intuendo che la credenza popolare di tale leggenda nasconda un vero mistero. Per lui -ha dichiarato Chiarelli- la famosa "O" di Giotto non è una lettera ma un cerchio dentro al quale si racchiude tutto l'universo dell'antico sapere.
Precedenti suoi studi su importanti gioielli medievali (conservati al Museo di Castelvecchio di Verona), tesi ad individuare la ragione simbolica e matematica sulle enigmatiche geometrie emerse, avevano dimostrato nel più affascinante di questi gioielli come la struttura a forma di stella e l'armonica disposizione delle 245 gemme rispondessero ad un preciso teorema pitagorico fondato nel cerchio.
La vicenda inizia a Verona nel 1938 quando è stato rinvenuto casualmente un favoloso tesoro. Si trattava di splendidi e rari gioielli d'epoca medievale realizzati in oro puro, tempestati di perle orientali, rubini e smeraldi, di raffinata fattura veneziana. Tra questi elaborati spiccava, per la ricchezza delle pietre preziose e per il perfetto disegno, il magnifico gioiello in oro puro a forma di stella: inconsueto per le ragguardevoli dimensioni e notevole per il peso di ben 243,5 grammi!
Probabilmente si trattava del misterioso talismano appartenuto al più importante e illuminato dei principi scaligeri, Cangrande I (amico di Dante e Giotto) che ha governato la signoria di Verona nei primi decenni del 1300. Si può pensare ad un amuleto con il significato del tempio, un cosmogramma in cui si riflette il divino, del quale sintetizza e proietta le forze sacre.
Lo studio approfondito di questo gioiello ha permesso di svelarne la natura esoterica legata alla simbologia dei numeri, ispirata ai concetti matematici di Pitagora e Platone.
La formula scoperta (basata sulla tetraktys pitagoriga fondata nel cerchio) che appartiene al pensiero filosofico-religioso medievale, quindi ermetico, ha permesso non solo la perfetta realizzazione armonica dell'oggetto ma lo ha reso funzionale come uno strumento, oggi si direbbe un computer del '300, capace di elaborare infiniti rapporti armonici applicabili nei vari campi dell'arte che spaziano dall'architettura alla pittura fino alle arti applicate.
Il gioiello a forma di stella indagato profondamente da Alberto Zucchetta, non solo nell'aspetto tecnico ma soprattutto nella sua valenza di sigillo "ermetico", si è rivelato come da tale documento torèutico emerga un teorema filosofico-religioso applicabile anche alla trattatistica pittorica del tempo.
La straordinaria comprova di questo concetto si può verificare con i risultati a suo tempo emersi dallo studio del prezioso gioiello scaligero a forma di stella del tutto identici a quelli ottenuti sulla stella, altrettanto preziosa, miniata da Giotto intorno al 1310 nel dipinto Madonna di Ognissanti, conservato a Firenze alla Galleria degli Uffizi. Va ricordato che in quegli anni a Verona governava Cangrande I della Scala, e che Giotto -secondo il Vasari- gli fece il ritratto e dipinse con maestria alcune stanze del palazzo scaligero.
Il conseguente studio rivelò non solo che la stella di Giotto era stata elaborata impiegando la stessa formula scoperta nel gioiello scaligero, ma si era dimostrata anche essere la chiave con la quale, il maestro toscano, aveva elaborato in maniera ermetica e simbolica tutta la composizione del dipinto. Composizione fondata nel cerchio generatore di segrete geometrie, tese alla perfezione e all'armonia dei rapporti, che esprimono un linguaggio simbolico ispirato al pensiero filosofico-religioso.
Giotto sembra annunciare, con la sua opera innovatrice, l'idea di logica applicata all'arte come combinazione di simboli e regole convenzionali, modellati sul calcolo matematico fondato in quel cerchio che racchiude le occulte elaborazioni scientifiche di Platone e di Pitagora e che oggi, dopo 700 anni, svelano il vero significato della misteriosa "O" di Giotto e soprattutto mette in nuova luce la grandezza intellettuale del Maestro.
Gilberto Ganzer, direttore dei Musei Civici di Pordenone
9 gennaio 2001
(42) 14 gennaio 2001
Oggetto: O di Giotto.
Caro professor Palmieri,
ho letto con molto piacere nell'ultima e.mail il suo lusinghiero
commento al
mio libretto sul segreto dell'O di Giotto. Le sue parole le
percepisco anche
come un incoraggiamento a proseguire nella ricerca e approfondire
un tema
che mi sembra non molto amato (specialmente se comporta delle
novità) da
buona parte della classe accademica conservatrice poco incline ad
aprirsi
nei confronti di chi opera su binari non convenzionali di ricerca.
Queste riflessioni che partono dalla mia piccola cellula di lavoro
le ho
colte ingigantite scorrendo purtroppo solo a tratti alcuni
argomenti esposti
nel suo immenso studio sulla Fisica unigravitazionale. La sua
teoria mi
sembra quella più vicina al mio modo di vedere ( e sentire) le
cose e mi
sembra perfettamente in linea con lo straordinario disegno della
Natura
generatrice che vuole nella sua essenza primigenia semplicità ed
equilibrio
armonico.
Nel ringraziarla ancora della sua cortese attenzione le formulo
gli auguri
che il 2001 le riconosca tutte quelle soddisfazioni che il suo
straordinario
lavoro merita, per il bene di tutti.
Mi consenta un cordiale abbraccio,
Alberto Zucchetta