4) Le strutture raggiate
§ 32. Ai lettori rinnoviamo costantemente l'invito di § 30,
ad usare cioè i risultati della nostra ricostruzione dell'intero universo con
lo strumento di Olopoiema come banco di prova per giudicare il valore di certe
possibili critiche, a confronto con l'evidenza dimostrativa di quei
risultati. Ricordiamo sempre che le immagini di forme naturali,
apparentemente molteplici ed eterogenee, derivano da una sola fonte,
assolutamente unica: l' "equazione cosmologica" formulata nella sez.III
e presente in modo matematicamente invariato nei diversi sottoprogrammi di
Olopoiema. Tutte le leggi applicative di quella equazione sono contenute nei due
sottoprogrammi intitolati "Propagazione" e "Composizione",
dei quali gli altri sono soltanto delle variazioni esteriori. Quanto - per
contrapposto - all' "universo dei fiammiferi" della geometria
frattale, i lettori faranno bene a leggere nella sez.VIII la nostra lettera n.3
del 15 febbraio 1998 a LE SCIENZE.
Il sottoprogramma "Strutture Raggiate" non è che lo
sviluppo - con alcune limitazioni o aggiunte - del sottoprogramma
"Propagazione" su più direzioni circolarmente distanziate da angoli
eguali (Angolo divisore ED): direzioni che possono ridursi a una
sola, ponendo ED=0 oppure ED=360. Per l'uso monodirezionale si
veda in sez.III il § 14 di cap.VI ("La strutturazione
gravitazionale") e in questa sez.XII il § 11 ("Cefalopodi
fossili"). Per le forme pentaradiali leggere in sez.III il cap.VII c) ("Le
strutture biologiche"), dove se ne rileva la frequente fusione con la
simmetria speculare, di cui abbiamo più su parlato.
§ 33. Diamo ora in fig.26 la sorprendente schematizzazione di una
struttura naturale di altissimo significato, con un numero elevatissimo di raggi
(120 nell'esempio, quindi con ED=3).

Fig.26
§ 34. Come si prometteva nella NOTA del 19 ottobre 2000
in Programma operativo (sez.IX), scendiamo dalla testa e connesse funzioni
cerebrali della precedente pagina sulla "simmetria speculare" e
dall'occhio, di cui s'è ora parlato, allo schema delle parti inferiori
del corpo umano, disegnato dallo stesso sottoprogramma "Strutture
Raggiate" di Olopoiema. Si conferma in maniera irrefutabile la
validità universale dello strumento che abbiamo fornito all'uso diretto dei
lettori, i quali ne troveranno da soli infinite altre comprove naturali, ben al
di là di quelle necessariamente limitate di numero che abbiamo potuto offrire
in questo nostro lavoro.
La semplice riduzione del dato di traslazione radiale da 10
a 9 (figg.27-28) determina il passaggio dalla conformazione maschile
a quella femminile degli organi sessuali, in rapporto alla prevalenza di
rotondità femminile rispetto allo slancio lineare della forma maschile, le cui
cause sono state illustrate nel cap.VIII della sezione III sulla sessualità.
Per lo stesso motivo, l'ulteriore riduzione a 7 di quel dato produce la
tipica forma ancora più marcatamente rotonda del sedere, come in fig.29.

Fig.27

Fig.28

Fig.29
§ 35. Rivediamo la fig.26, nella quale Olopoiema ha
riprodotto lo schema dell'occhio, e rendiamoci conto, per mezzo di essa,
dell'errore della cosmologia ufficiale che ricerca nell'universo una inesistente
"isotropia", dato che la propagazione gravitazionale fondamentale - a
partire da quella fotonica - è, come ormai sappiamo, anisotropa, essendo
eccentrica e a spirale logaritmica, da ciò derivando la imprescindibile
proprietà della polarizzazione (sez.II, cap.I).
L'inganno sta nel ritenere, per esempio, isotropa una struttura
come quella, e innumerevoli altre consimili che si riscontrano in natura.
Basterà che i lettori ripetano personalmente il procedimento, sostituendo in
"Tempo di Attesa" un valore maggiore di zero, per accorgersi che la
propagazione strutturante è, appunto, anisotropa e polarizzata, come mostriamo
in fig.30, che ne disegna i momenti iniziali:

Fig.30
In questo caso l'errore è provocato dalla molteplicità delle
propagazioni, che si chiudono circolarmente su se stesse. In moltissimi altri è
la simmetria speculare congiunta a quella stellata in bracci
multidirezionali, come si è visto in particolare nel cap.VII di sez.III, a
nascondere l'anisotropia di fondo. Nella finestra degli input di fig.26
basterebbe, del resto, rilevare l'implemento esclusivo di un senso
"Orario" della propagazione, manifestato poi dalla fig.30, per
definire il discorso ora fatto.
§ 36. Ricordiamo ancora che, mentre nel presente lavoro Olopoiema
fornisce esempi di strutture a simmetria speculare (o bilaterale) limitati a
propagazioni antiparallele equintense - ovvero immuni da prevalenza
dell'andamento orario o antiorario tra esse -, in natura sono invece frequenti
le strutture che presentano un disequilibrio dell'uno rispetto all'altro senso.
Ciò si verifica, per esempio, in tutti i casi ben noti (girasole, pigna, ecc.),
in cui - in una stessa struttura - il numero delle spirali di un determinato
senso differisce da quello delle spirali dell'andamento opposto secondo la
successione di Fibonacci, come spiegato dalla presenza del "rapporto
aureo" nella nostra Equazione Cosmologica (sez.III).
E' possibile, tuttavia, col sottoprogramma che stiamo
verificando, evidenziare il fenomeno fornendo lo schema di alcune forme naturali
a lieve prevalenza oraria o antioraria. Tra le piante Angiosperme citiamo le
Apocinacee, cui appartengono l'Oleandro e la Pervinca. Di quest'ultima, ecco in
fig.31 lo schema disegnato da Olopoiema "Strutture Raggiate" e
in fig.32 l'immagine reale:

Fig.31
Fig.32
I dati di input riferiti al doppio effetto di traslazione (spirale e
radiale: cap.VII a) di sez.III) hanno visualizzato automaticamente lo
straordinario riscontro morfologico tra la corolla del fiore e la sua parte
interna, come se fosse intervenuta una mano tracciante, essendosi invece
trattato dell'effetto di una semplice sovrapposizione obbligata dei fronti di
propagazione.
L'universalità del programma col quale abbiamo percorso a grandi
linee il cammino della natura, dal microcosmo subatomico al macrocosmo siderale
attraverso il mesocosmo della Vita, si è inverata in uno strumento
matematico, che sembra disegnare artificialmente con una matita i risultati
derivanti in modo inequivocabile da una sola e generale equazione. Quella che
abbiamo appunto denominata Equazione Cosmologica.
§ 37. Rivediamo la fig.17
e la fig.18 del
cap.VII b) di sez.III (Le strutture cristalline), per
costruirne con Olopoiema lo schema naturale comune nella figura 33.

Fig.33
I puntolini disegnano catene di minuscole onde - come si vedrà
meglio tra poco - con baricentro in traslazione spirale (UTS=1) e radiale
(UTR=1) e rapporto a'/a=0,9614... (quindi prossimo all'equintensità,
valore 1, per ogni singola propagazione; angolo costruttivo A
pari a 2 gradi, non lontano da zero per l'equintensità: §§ 5 e
22 del cap.IV a) di sez.III). Il distanziamento rotatorio T tra i
diametri di onde successive di una stessa propagazione è di 5°.
L'angolo divisore ED responsabile della struttura esagonale è,
naturalmente, di 60°. L'opzione "Orario" o
"Antiorario" è ininfluente, perché il valore nullo di VP dà
sempre luogo a una coppia di propagazioni antiparallele, una oraria e l'altra
antioraria, con origine da una stessa sorgente.
Le sei coppie di propagazioni determinano altrettante coppie di
"linee di forza", che formano i sei petali del fiore di fig.17 e i cui
incroci fissano la posizione degli atomi nel reticolo cristallino del berillio
di fig.18.
Si considerino nella fig.33 le sei direzioni radiali, angolate
di 60°, in corrispondenza degli intervalli tra i sei piccoli "petali"
centrali: risulterà chiarissimo quanto si riportava nel citato cap.VII b)
per la fig.18, e cioè che gli incroci delle linee di forza tracciano un preciso
allineamento rettilineo degli atomi del reticolo, formando spigoli e vertici del
cristallo, in apparente contrasto con la morbidezza rotondeggiante (in realtà, spiraliforme)
del contorno dei petali del fiore.
§ 38. Se nella finestra degli input di fig.33 aumentiamo da 1
a 3 il raggio base R0 e da 2 a 3 l'angolo
costruttivo A (il rapporto a'/a sarà 0,9421...), il
risultato è la fig.34. Ci accorgiamo allora che, per l'aumento di R0, i puntolini sono diventati
piccoli cerchietti, proiezione sullo schermo di minuscole onde - come prima si
diceva -, restando eguale l'allineamento esagonale degli incroci tra le spirali
di propagazione.
Fig.34
Ma ecco che l'esagono scuro centrale ci dà la perfetta
immagine dell'elemento esagonale centrale di un cristallo di neve, così
come si trova fotografato nella EST Mondadori alla voce "Acqua" e qui si
riporta nella fig.35.

Fig.35
Fig.36
La fig.36 ferma il processo di fig.34 al termine del primo
braccio dell'esagono e serve ad evidenziare lo sviluppo (che meglio si vedrebbe
col diretto uso di Olopoiema da parte dei lettori) della prima coppia di
propagazioni antiparallele che, partendo dal centro del disegno, si incrociano e
si avvitano su se stesse più volte: ciò è causato dal duplice effetto di
traslazione spirale e radiale del baricentro delle onde. E' già visibile il
primo allineamento dei nodi sull'asse orizzontale. Da notare anche, lungo
ciascuna catena, la lentezza dell'incremento diametrale delle onde, dovuta
alla quasi equintensità - prima rilevata - del rapporto a'/a.
§ 39. Allo scopo di dare un'idea più precisa della
potenzialità combinatoria del programma Olopoiema, in corrispondenza
alla infinita molteplicità delle forme naturali che esso è capace di
descrivere - pur in base a un'unica equazione di struttura -, diamo nelle
figg.37 e 38 il risultato che nasce dall'azzeramento di uno solo dei parametri
di traslazione, tra gli input di fig.34, lasciando l'altro inalterato:
rispettivamente, di quello spirale UTS in fig.37 e di quello radiale
UTR in fig.38. Nelle successive figg.39 e 40, invece, aumenteremo a 2
il valore del parametro radiale, lasciando 1 per l'altro, e viceversa.

Fig.37
Fig.38

Fig.39
Fig.40
Ci auguriamo, ovviamente, che nessuno sia così sprovveduto da
etichettare queste immagini come esercitazioni decorative. Per nostro conto
saremmo, in tal caso, assolutamente onorati di competere in arte creativa con
l'infinita bellezza della natura. Approfitteremmo, anzi, di questa nostra
riconosciuta abilità per ritoccare i dati di fig.34, così da ottenere nella
fig.41 una precisa immagine al computer della pianta di piazza del Campidoglio a
Roma. I lettori la potranno anche controllare, un po' di sbieco, su una delle facce della
nuovissima moneta da 50 centesimi di euro.

Fig.41
Ma questo, che potrebbe così sembrare solo un bellissimo
scherzo, è in realtà l'estrinsecazione di quanto si è appena rilevato
all'inizio di § 36, sul frequentissimo incrocio in natura di spirali - che sono
linee di forza - orarie e antiorarie (girasole, pigna, ananas, carciofo, ecc.),
il numero delle quali nei due sensi obbedisce spesso alla sequenza di Fibonacci.
Alle intersezioni tra le spirali si fissano semi, squame, brattee, così come in
un reticolo cristallino abbiamo visto alloggiare gli atomi. La differenza tra
piazza del Campidoglio e un girasole è che la prima presenta dodici spirali
orarie e altrettante antiorarie; il girasole ne ha di norma 34 in un senso e 55
nell'altro, la pigna o l'ananas numeri minori ma della medesima successione.
§ 40. Abbiamo già osservato al § 32 e mostrato nei successivi paragrafi
che il sottoprogramma "Strutture Raggiate", oltre a costruire forme
naturali con un qualsiasi numero di raggi, può disegnare anche strutture
monodirezionali (o "monoassiali") semplicemente facendo ED=0
oppure ED=360 ed elongarle sull'orizzonte in qualsiasi direzione con E.
A differenza dei sottoprogrammi basilari "Propagazione" e
"Composizione", che comprendono tutte indistintamente le leggi
fondamentali del campo unigravitazionale, il sottoprogramma ora in esame
e l'altro che abbiamo già trattato in questa sezione, e cioè "B/Symm",
hanno in comune l'elemento T, che è il distanziamento angolare costante
tra onde successivamente "pulsate", ovvero non tra onde soltanto
"successive": occorre considerare, pertanto, con grande attenzione
questo che è l'effetto universale del fenomeno della pulsazione (sez.III,
cap.IV b), parte prima), determinante imprescindibile dell'accrescimento logaritmico
delle strutture dell'universo. Manca in effetti alla dottrina ufficiale
una conoscenza essenziale, quella di un fenomeno che viene ritenuto eccezionale
(le "pulsar"), mentre è alla base delle leggi evolutive dell'intero
universo e in particolare della biologia.
Ricordiamo che i due sottoprogrammi basilari, prima citati, partono dalla
successione ondulatoria per archi "eguali" di spirale logaritmica, che
comporta una progressiva diminuzione dell'angolo di separazione tra diametri di
onde "successive", fino alla sua ciclica criticità e di
conseguenza alla pulsazione. Diventa quindi chiaro che "Strutture
Raggiate" e "B/Symm" disegnano le forme naturali già investite
dalla pulsazione, e cioè tutti i possibili risultati propriamente
"costruttivi" della gravitazione universale, previsti dalla
"Equazione Cosmologica".
A ben riflettere, il timore da noi formulato al paragrafo precedente, che le
immagini espresse dalla nostra equazione universale potessero apparire a qualche
ingenuo delle "decorazioni", era mal posto, poiché fin dall'antico
tale era appunto il significato della parola kosmos, che identificava
l'universo con la sua bellezza formale, come ordine e ornamento
ontologico supremo. E proprio questa considerazione potrebbe rappresentare
l'approdo "ideale" del nostro pluridecennale cammino, non essendo in
realtà possibile una sua conclusione "materiale" lungo vie per loro
natura inesauribili.