3) La simmetria speculare
a) Il sottoprogramma "B/Symm
§ 17. Approfondiamo con Olopoiema l'argomento, fondamentale in
natura, della simmetria bilaterale speculare, cui è stato già dedicato un
capitolo della sez.I. Rileviamo in primo luogo dalla fig.18 le caratteristiche
funzionali del sottoprogramma "B/Symm", che sovrintende alle strutture
dotate di tale simmetria.

Fig.18
Ingrandiamo in fig.19 la parte centrale del disegno di fig.18,
moltiplicando per 3 i valori K e R0 della finestra degli input, e
dal menu Finestre clicchiamo "Visualizza Valori", ottenendo in
fig.20 il quadro matematico della situazione relativa, che illustreremo dopo. Ripetiamo
in fig.21 il procedimento di fig.19 cliccando due volte "Avanti"
invece di "Play" e quindi "Stop".
Fig.19
Fig.20

Fig.21
Il valore K tra gli input di fig.18 è quello che
assegniamo al cateto base di ciascuno dei due triangoli rettangoli costitutivi
del triangolo isoscele di fig.21: tale cateto è posto come sezione aurea
dell'ipotenusa (v. "L'Equazione cosmologica" in sez.III). I due
vertici della base del triangolo isoscele sono i baricentri delle due
propagazioni eccentriche controorientate (a polarità inversa), che convogliano
le rispettive onde alla confluenza geometrica in una medesima onda sferica,
quella di fig.21 comune ad entrambe e che perciò risulta chiaramente marcata
dalla coincidenza in fig.19. E' superfluo dire che è necessario riferirsi, per
una completa definizione del fenomeno, alle leggi di composizione ondulatoria
illustrate nel relativo capitolo di sez.III e, per quanto riguarda i particolari
effetti naturali della polarizzazione inversa, all'articolo "Magnetismo e
terremoti" riprodotto nella sez.V. E' infatti proprio l'efficacia
magneto-gravitazionale di tale polarizzazione la vera e unica spiegazione,
assolutamente ignota alle dottrine accademiche, della prevalente frequenza della
simmetria speculare nella morfogenesi biologica.
Il raggio di partenza delle due propagazioni eccentriche a
spirale logaritmica è R0. L'input T è il valore costante in
gradi che attribuiamo alla distanza angolare tra le onde strutturate di
quelle propagazioni (v. "La strutturazione gravitazionale" in sez.III,
cap.VI). Le due propagazioni sono tra loro equintense, avendo lo stesso
rapporto a'/a, pari a 0,035, che abbiamo riportato in basso nella
finestra di fig.18, corrispondente a un angolo costruttivo di 50° (input
A: il procedimento di conversione in cap.IV a) di sez.III, § 5)
per entrambe le spirali. Pertanto la propagazione figlia è concentrica:
Olopoiema la disegna in fig.18, con l'effetto della pulsazione (cui si
riferiscono gli input KE e N: vedi l'argomento sempre nella
sez.III).
§ 18. Passiamo ora a completare idealmente la struttura
geometrica del disegno di fig.21 in base ai dati matematici che si leggono nella
finestra di fig.20. E' opportuno che i lettori si facciano sulla carta un loro
schema del nostro disegno ideale.
Ricordiamo dal paragrafo precedente che K nelle
figg.19-21 vale 51 e R0 è pari a 27: sono questi, dunque,
i parametri di riferimento per i valori di fig.20. Nella fig.21 H = -157,89
segna sull'asse verticale la distanza del centro dell'onda composta dalla base
del triangolo isoscele. Disegniamo due diametri dell'onda sferica, facendoli
passare per ciascuno dei due vertici di base del suddetto triangolo e per il
centro dell'onda: sono i diametri delle due onde delle due propagazioni,
confluite per esatta coincidenza spaziale nell'unica onda di fig.21, che è
quella marcata di fig.19. (Le dimensioni tra le diverse figure possono apparire
visivamente alterate nella ripetizione grafica).
D = 72,1 è in gradi l'angolo acuto che i diametri
formano con la base del triangolo isoscele. J = 165,92 è il segmento di
ciascun diametro che va dal vertice del triangolo al centro dell'onda. R1 =
178,05 è il raggio dell'onda composta. W = 12,13 è il segmento di
diametro che è il tratto di differenza tra il raggio dell'onda e J. RS
= 343,97 è il segmento di diametro comprensivo di J e R1. I
righi successivi della finestra di fig.20 si riferiscono alla concentrica figlia
(v. §§ 10-11 del cap.IV b), parte prima, nella sez.III).
Tutto ciò significa che il raggio della spirale logaritmica
guida di ciascuna propagazione, con baricentro nel rispettivo vertice del
triangolo isoscele, essendo inizialmente posto come R0 = 27, viene
calcolato da Olopoiema alla confluenza nell'onda comune come RS col
valore detto. Il baricentro divide il diametro dell'onda in due parti molto
diseguali, come sono i valori di W e RS, perché il rapporto a'/a
= 0,035 è molto piccolo. Con una facile proporzione, si ricava che W
rapportato a R0 vale 0,95.
L'indicazione "Orario" nella finestra di fig.18 si
riferisce al senso della propagazione di destra. Ne segue che, implementando
"AntiOrario", il disegno si capovolge e la distanza H avrà
segno positivo.
b) La favola dell' "antimateria".
"Energia": chi sei tu?
§ 19. Il fenomeno per cui stiamo fornendo le istruzioni del
programma - la simmetria bilaterale speculare -, onnipresente in natura, mette a nudo una
delle più colossali e accreditate fandonie della fisica contemporanea. I lettori facciano
uno sforzo per credere ai propri occhi (come spesso siamo indotti a consigliare
loro) piuttosto che alla grancassa assordante delle fonti accademiche. Nei
giorni in cui andiamo scrivendo queste righe (agosto del 2000) leggiamo che al
CERN di Ginevra tre gruppi di fisici si stanno affaticando intorno a un "deceleratore di
antiprotoni" per vedere di generare "anti-atomi" di "anti-idrogeno"
e, più ambiziosamente, di "anti-elio", o meglio ancora, più in là,
un bicchiere di fresca "anti-acqua". Nell'attesa dell'evento
fatidico, gli
strenui sperimentatori si domandano dottamente che fine abbia fatto l'
"antimateria" primordiale, che subito dopo il Big Bang doveva essere
simmetrica anche quantitativamente alla materia e si è oggi ridotta al
lumicino, tanto da richiedere una maieutica così complicata e costosa.
Ebbene, siamo qui noi a rassicurarli: a prescindere dalla
frottola del Bing Bang, l'antimateria ce l'hanno ancora sotto i loro occhi ed è
sempre assolutamente simmetrica alla materia in qualità e quantità,
solo che le sta di fronte capovolta, esattamente come un 69 è fatto di
due 6 sottosopra! Sì, cari lettori: voi e noi immaginiamo di sentire gli strilli e lo stracciar delle vesti inconsutili (aggettivo giustamente sacro)
dei tre gruppi di fisici - europei, americani e giapponesi -,
impegnatissimi al CERN in ben tre progetti dai nomi che incutono rispetto
(Athena,
Atrap e Asacusa). Aspettiamo che si calmino e passiamo a spiegar loro la
situazione ai paragrafi successivi.
§ 20. Oltre che dalla oscura minaccia ai loro finanziamenti, quegli strilli nascono dal fatto che, secondo i fisici
pluri-insigniti di Nobel, la nostra affermazione è inconcepibile, perché
materia e antimateria, non appena si vedono, sono obbligate ad annichilarsi
seduta stante, trasformandosi in quell'altro fantasma della fisica odierna di
cui si sentono i cazzotti ma che nessuno saprebbe definire se non con un nome:
"energia" (v. il primo capitolo del sito e qui, più oltre, il nostro
ragionamento in proposito). Vero è che essi hanno da
fare i conti con l'altro problemino che li tormenta: se materia e antimateria,
originariamente simmetriche, erano destinate ad annullarsi al primo scontro,
come avrebbe fatto a sopravvivere al Big Bang la sola materia, eliminando d'un
colpo tutta l'antimateria dalla faccia dell'universo?
Ci corre quindi l'obbligo, non già di convincere - cosa
impossibile - i cervelloni dei Nobel (hanno avuto il riconoscimento proprio per
quelle favole), ma di illustrare ai non-Nobel con semplici
e chiare parole la realtà delle cose. Questa, infatti, a differenza di quanto
vorrebbero farci credere le teorie correnti, è esattamente la stessa nel
microcosmo subatomico e nella nostra esperienza quotidiana di eventi
immediatamente percepibili, se riusciamo a toglierci gli occhiali deformanti del
pregiudizio dottrinario.
§ 21. La prima circostanza sempre presente nei fenomeni della
presunta annichilazione di materia con antimateria è rappresentata dall'enorme
velocità con cui particelle e antiparticelle si scontrano negli acceleratori
usati allo scopo. Prova ne è, per l'appunto, il fatto che ora gli addetti alla
sperimentazione del
CERN pensano di adoperare un "deceleratore" di antiprotoni, presumendo
di poter meglio osservare a basse velocità la produzione di antimateria, laddove ne potrebbe
piuttosto derivare, a loro insaputa, qualche altra cosa interessante, ma - come
vedremo - incomprensibile per loro.
La seconda circostanza è la predeterminazione della
definizione di "antiparticella" in base al fatto che essa si avvita in
un campo magnetico in senso opposto rispetto a una particella normale. Tale
caratteristica permette di selezionarla facilmente con altre sue simili e
avviarla a scontrarsi nell'acceleratore con le usuali particelle dirette
nell'altro senso.
A questo punto non ci resta che ricondurre il tutto a una
spiegazione assolutamente logica, che ci assicura che l'antimateria non è mai
esistita altro che nelle elucubrazioni di fisici con la vocazione - e
retribuzione - di acchiappafantasmi.
§ 22. Ci basterà ora chiarire la reale incidenza delle
due circostanze indicate nel fenomeno in questione per fare pulizia di una
infinita impostura con cui la fisica ufficiale ci rintrona da troppo tempo le
orecchie e si fa lautamente finanziare per mastodontiche quanto del tutto
inutili e - peggio - devastanti apparecchiature.
Ecco un esempio di eventi della nostra esperienza, sufficienti
a risolvere il problema della cosiddetta "antimateria": due aerei
supersonici dello stesso tipo compiono un'evoluzione virando in senso opposto
l'uno verso l'altro. Prescindendo dalla loro direzione contraria, della quale ci
occuperemo subito dopo, sono ipotizzabili due casi. Il primo è che i due aerei
si scontrino: il risultato sarà la loro disintegrazione; i frammenti
segneranno varie tracce infuocate nell'aria, che però non corrispondono alla
massa totale dei due aerei, evidentemente irrecuperabile. Supponete che i due
aerei si siano levati in volo parallelamente da una pista unica, per effettuare
solo successivamente una virata opposta, che li porterà a collidere.
Trasferite ora il tutto negli esperimenti dei Nobel fissati per
l'antimateria. Essi ignorano il motivo per cui due particelle,
partite parallelamente, prendono a circuitare in senso opposto, tanto più che
la gran parte di esse va in uno dei due sensi considerato normale e solo poche
seguono un cammino contrario. Si affrettano quindi a etichettare queste ultime
come antiparticelle, avviandole a scontrarsi con le altre per "vedere
l'effetto che fa", come nella canzone di Jannacci. Il risultato lo chiamano
"annichilazione", invece di "disintegrazione": il termine
esatto del caso degli aerei, le cui anzidette tracce infuocate sono perfettamente analoghe
a quelle molteplici lasciate nell'evento subatomico dalle particelle minori
irraggiate dall'impatto.
Ma perché alcune particelle si differenziano dalla maggioranza
delle loro compagne per una circuitazione opposta? La cosa, che è del tutto
ovvia per i due aerei, nascendo da una precisa intenzionalità dei piloti che
manca alle particelle,
sfugge inesorabilmente alla logica ancora primitiva della fisica contemporanea.
Essa infatti ignora (ostinandosi a non leggere nella sez.V del nostro sito
l'articolo Magnetismo e terremoti, riprodotto da un nostro studio del 1972
) che l'antiparallelismo degli assi di polarizzazione magneto-gravitazionale
è fenomeno non solo comune ma imprescindibile nelle leggi di natura.
L'aggregazione della materia lo ha come suo effetto inevitabile e per ciò
stesso comicamente visibile agli occhi di chiunque, salvo che alla mente dei
Nobel: si pensi, per esempio, al corno destro e all'..."anticorno"
sinistro di un bovino! (sez.I, cap.III della seconda pagina, Ci sono
troppe...). Non per caso, con questo esempio, ritorniamo all'argomento della
simmetria speculare.
§ 23. Qualsiasi campo magneto-gravitazionale di ordine
maggiore risulta sempre da un miscuglio più o meno ordinato di campi
antiparalleli di ordine minore, con due limiti approssimativi rappresentati
l'uno da una situazione di quasi totale simmetria tra campi antiparalleli, come
nelle strutture che stiamo descrivendo in questo capitolo (La simmetria
speculare), l'altro da una quasi assoluta prevalenza di un solo
orientamento, come nei campi magnetici artificiali degli acceleratori di
particelle. E' solo per questo motivo che l' "antimateria" è così
rara sperimentalmente e di non semplice produzione, e non certo per essere di
natura radicalmente discorde dalla comune materia.
L'unica differenza possibile tra la materia e la cosiddetta
"antimateria" è proprio quella che abbiamo riscontrata nelle corna
degli animali, e cioè un avvitamento destrorso (destrogiro) o sinistrorso
(levogiro), riscontrabile però solo se è presente una traslazione del
baricentro di campo, da Nord a Sud del campo o viceversa (sez.III "La
gravitazione ondulatoria", cap.VII, La "traslazione" nella
morfogenesi).
L'antiparallelismo di linee di forza controorientate, disposte in
modo non simmetrico, ma ordinato secondo i numeri di Fibonacci (come effetto del
rapporto aureo, fondamento della "equazione cosmologica": sez.III),
è comunissimo - come sappiamo - in natura, nelle spirali orarie e
antiorarie di girasole, pigna, ananas, ecc., con la fissazione
gravitazionale al loro incrocio di semi, squame, foglie, e così via. Nella
stessa natura si riscontrano esempi della rarità di un determinato orientamento
rispetto all'opposto, dovuta a particolari situazioni biogenetiche: a chi, infatti,
verrebbe in mente di chiamare antimateria quella di conchiglie sinistrorse, rare
a confronto con l'usuale forma destrorsa delle maggioranza delle conchiglie? Per
certi popoli le conchiglie sinistrorse hanno un significato sacro: un po' come
l'antimateria per i fisici odierni.
Di qui nasce l'incredibile criterio in uso generalmente per
distinguere e classificare dalle tracce disegnate negli apparati ricevitori
particelle, antiparticelle, cariche positive o negative: a seconda che coi loro
riccioletti e traiettorie vanno a destra o a sinistra, in senso orario o
antiorario, tenuto conto del vettore del campo magnetico principale, saranno
l'una o l'altra cosa, con relativa assegnazione del Nobel in qualche caso di
vistosa anomalia rispetto alle attese.
§ 24. L'ignoranza totale che contraddistingue la fisica accademica
sulla "naturalità" dell'antiparallelismo magnetico la porta a
ritenere come eccezionale - così appunto l' "antimateria" - un fenomeno
assolutamente universale, che le sta a un palmo dal naso ma che non sa riconoscere.
Nel nostro sito ne abbiamo dato innumerevoli altri esempi: uno dei più
clamorosi è stato quello delle "pulsar", la cui manifestazione si
rapporta direttamente al fenomeno fondamentale e generale in natura della
"pulsazione", mentre la fisica corrente ne fa la prova di inesistenti
stelle di neutroni, passando poi con logica illogicità - viene da dire - da
queste agli altrettanto fantomatici buchi neri.
E' bene tuttavia che ci si renda conto, il più presto possibile
e da parte delle persone normali, che queste continue distorsioni del metodo
conoscitivo non sono senza conseguenze ai fini di un progresso reale del genere
umano in ogni campo.
Non è una digressione fuori luogo osservare, a questo punto, che il
"cannibalismo" della clonazione umana, gabellato da un governo europeo
come rivolto a scopi
terapeutici (sez.VII "Etica e conoscenza", Hannibal),
è una precisa espressione del sovvertimento ininterrotto che la
"scienza" accademica perpetra - in modo dispoticamente
autoreferenziale - nei confronti del principio della razionalità.
L'inganno sta nell'aver soppiantato questa con un presunto
"razionalismo" privo di freni, il quale della ragione ha fatto una
dantesca Semiramide "che libito fé licito in sua legge".
§ 25. Ma consideriamo il secondo caso preannunciato nel § 22
sull'evoluzione dei due aerei. Inaspettatamente esso ci porta di nuovo all'argomento
iniziale e principale di questo capitolo.
Nel primo caso l'eccesso di velocità nella virata reciproca
aveva portato gli aerei a scontrarsi e a disintegrarsi. Supponiamo ora, invece,
che i piloti, riducendo la velocità, controllino la virata e disegnino in cielo
col gas dei reattori una figura cuoriforme. Osserveremo due cose. Una è che
tale figura presenta il carattere della simmetria speculare, argomento - come
dicevamo - del presente capitolo. L'altra è che i piloti, al ritorno della
mutua virata, cioè nel solco del "cuore" disegnato, sono vicinissimi
e hanno una velocità relativa, l'uno rispetto all'altro, pari a zero. Sono
quindi nella condizione di potersi lanciare una corda e mantenere i loro aerei
appaiati nel prosieguo della rotta.
Tale situazione - vicinanza e basse velocità relative - è in
natura gravitazionalmente ottimale per gli agganci tra particelle, atomi e
molecole e per il loro equilibrio dinamico rispetto alle forze gravitazionali
dell'universo esterno: è proprio questo il motivo - assolutamente ignoto alle
teorie accademiche - della preferenza biologica per le strutture a
simmetria bilaterale speculare, che le scienze ufficiali descrivono tanto
spesso senza poterne in alcun modo dire la ragione.
§ 26. Possiamo ora anche divertirci a immaginare il risultato
di un, per così dire, "successo" degli esperimenti di Ginevra.
Ipotizziamo che il "deceleratore di antiprotoni" funzioni a dovere, riuscendo a
ridurre considerevolmente le velocità delle particelle che corrono le une verso
le altre. Ebbene, in tal caso, i campi antiparalleli delle particelle
interagenti potrebbero far sì che protoni e presunti "antiprotoni"
(in realtà, semplici protoni antipolarizzati), a velocità reciproche
sufficientemente basse, si catturino in una orbitazione di coppia, a somiglianza
dei due aerei che nel nostro esempio si agganciano con una corda. Ma il
divertimento consisterebbe soprattutto nell'osservare quale tipo di nuova
diavoleria verrebbe in mente agli sperimentatori per spiegare il fenomeno.
Possiamo suggerire un nome per la nuova eventuale creatura: sarà il "protoantiprotonio",
sull'esempio del "positronio", la coppia tra elettrone e positone di
cui parlammo nel cap.II della sez.II.
§ 27. Apriamo una parentesi, resa opportuna dall'esempio dello
scontro tra gli aerei e da un nostro accenno di § 20. I lettori non ci
crederanno, pur dovendo essere ormai abituati a non saltare sulla sedia per la
sorpresa. Che è questa: i fisici ufficiali non sanno perché i due aerei
scontrandosi si disintegrano!
Lasciateli sfogare e ripetete loro la domanda. L'unica risposta
possibile da parte loro è che il fatto è dovuto alla "energia
cinetica", che è il prodotto di metà massa per velocità al quadrato:
quanto maggiori sono la massa e la velocità, tanto maggiore è l'effetto, cioè
l' "energia". Sappiate allora, cari lettori, che una tale risposta non
ha assolutamente nessun significato fisico. Essa quantifica solo l'effetto,
ma non ne dà alcuna reale spiegazione.
Fin dal primo capitolo del sito rilevammo la caratteristica di
totale insignificanza fisica dei concetti tradizionali, a partire dalla
"forza". Dicemmo che fu Eddington a riconoscere espressamente che non
si sa cosa in realtà significhi "energia".
Diamo allora noi la motivazione propriamente fisica
dell'evento: motivazione che è esclusivamente di gravitazione microcosmica,
secondo la legge unitaria della quale abbiamo anche dato nei primi otto
paragrafi di questa sezione una formula generale di carattere fisico-matematico.
§ 28. Quando le zone periferiche di due oggetti in reciproco
avvicinamento arrivano a distanze microcosmiche le une dalle altre, la loro
interazione gravitazionale è influenzata principalmente dai due fattori già
presenti nella formula tradizionale dell'energia cinetica: la massa e la
velocità. L'azione della massa non ha bisogno di ulteriore illustrazione,
essendo alla base dell'interazione gravitazionale. L'incidenza, invece, della
velocità relativa dei due corpi richiede una particolare attenzione e un
necessario riferimento al secondo dei tre articoli riprodotti nella sez.V del
sito (Magnetismo e calore), degli anni 1972-73, del quale possiamo qui
solo riassumere le principali implicazioni.
Prima dell'impatto la periferia dei corpi presenta una
situazione relativamente stabile di microsistemi gravitazionali di ordine
atomico-molecolare in reciproco equilibrio, che rappresentano la normalità
della conformazione dei due corpi. Se questi si accostano a velocità mutua
molto bassa, questa risulta pari o inferiore alle velocità orbitali delle
particelle dei microsistemi periferici, i quali pertanto catturano in forma di
scambio le
particelle periferiche dell'altro corpo (fenomeni di "adesione" o
"coesione") ristabilendo una situazione di
sufficiente equilibrio interno a ciascun corpo, solo con piccole modificazioni
poco rilevabili in generale. In termini tradizionali, diremo che i due corpi
"assorbono l'urto", con una fenomenologia spesso invisibile di lieve danneggiamento limitato alle superfici direttamente interagenti (come piccoli o piccolissimi distacchi
o deformazioni di parti periferiche).
A misura che quella velocità di impatto cresce, essa comincia
a superare il limite delle velocità orbitali dei microsistemi esterni,
assumendo valori che sono gravitazionalmente "di fuga" rispetto ad
essi. In tal caso le particelle periferiche di ciascun corpo sfuggono alla
cattura da parte di atomi e molecole della periferia dell'altro corpo,
penetrando all'interno di questo lungo la direzione di moto. La cattura
reciproca delle particelle in movimento delle due periferie avviene a maggiore
distanza dalle superfici esterne, quando le interazioni gravitazionali
attrattive lungo il percorso interno ai due corpi avranno ridotto la
velocità iniziale fino a farla diventare orbitale rispetto ai microsistemi
dell'interno dei corpi. Ma il cammino percorso prima di tale momento ha segnato
una continua alterazione gravitazionale dell'equilibrio atomico-molecolare
interno ai due corpi, producendone l'indebolimento e la rottura, sempre più in
profondità quanto maggiore è la velocità dell'impatto e maggiore, di
conseguenza, il cammino e il guasto che hanno preceduto la sua riduzione a
velocità orbitale per i microsistemi interni.
Solo a questo punto, cari lettori, voi potete dire di sapere
veramente perché lo scontro tra i due aerei è tanto più disintegrante,
quanto più alta è la velocità con cui si vengono addosso. Farete bene, ora,
a confrontare la spiegazione unigravitazionale con la "mezza massa
per la velocità al quadrato" dei vostri libri di fisica e con la
bubbola relativistica della massa che si trasforma in "energia",
ossia in qualcosa che fisicamente non esiste. La formula che lo
dimostrerebbe è solo quella di un grosso botto, costato purtroppo la vita a
duecentomila sventurati di Hiroshima e Nagasaki.
§ 29. Nello stesso ambito di considerazioni diamo un contenuto
effettivamente fisico a un altro concetto tradizionale di valenza solo empirica,
quello cosiddetto di "azione e reazione": tanto comune nell'uso e
nella terminologia (abbiamo parlato poco fa di reattori), quanto privo
nella dottrina di una reale spiegazione.
Nel paragrafo precedente si è visto che l'agire delle velocità
di fuga subatomiche lungo la direzione di moto degli oggetti che si
scontrano provoca la loro compenetrazione. Ci sono però valori meno elevati di
quelle velocità che fanno compiere alle particelle periferiche una virata di
ritorno rispetto ai campi periferici dell'altro corpo: analogamente al percorso
di una cometa iperbolica dopo il suo perielio. In tal caso i due corpi, per il
trascinamento del moto della loro rispettiva periferia atomico-molecolare in
fuga vicendevole, rimbalzano l'uno contro l'altro. Ancora una volta si
confronti questa motivazione rigorosamente fisica col cosiddetto "principio
di azione e reazione", secondo cui "ad ogni azione corrisponde una
reazione, ovvero un'azione uguale e contraria". Del resto, il termine
stesso di "principio" vuole precisamente dire che di esso non si dà
nessuna spiegazione.
I fenomeni di gravitazione microcosmica, qui solo accennati per
i loro agganci col tema principale, trovano la loro completa esplicazione negli
articoli della sez.V, riprodotti integralmente da nostri lavori degli anni
1972-73.
c) La "testa". L'unità cerebrale. La schizofrenia
§ 30. Torniamo all'argomento centrale di questo capitolo,
la simmetria bilaterale speculare, che è a fondamento
dell'evoluzione biologica e che, insieme con la simmetria pentaradiale -
riproducente quella della particella primitiva (v. sez.IV: Il fotone) -, giunge
fino a comporre la figura umana, come artisticamente si rappresenta nell'
"uomo vitruviano" di Leonardo (sez.III, cap.VIII).
Olopoiema disegna le strutture a simmetria speculare direttamente col sottoprogramma "B/Symm"
oppure le genera col sottoprogramma "Composizione".
Ciò che ora vedremo nella fig.23, come risultato degli input a
"B/Symm" indicati nella finestra di fig.22, sarà la cartina di
tornasole per classificare il valore di certe critiche. Se qualcuno dirà che si
tratta di un caso e di uno scherzo della nostra fantasia, potete annoverarlo
tranquillamente tra gli imbecilli. Ovviamente non intendiamo sostenere, perché
non siamo a nostra volta degli imbecilli, che quel disegno esaurisce l'infinita
maggiore complessità della natura reale rispetto allo schema teorico e
assolutamente generale d'una struttura craniale e dei suoi contorni,
rivelato dall'equazione cosmologica mediante Olopoiema. L'impianto di due sole
propagazioni antiparallele viene nella realtà enormemente complicato e
rimodellato esternamente e internamente da altre innumerevoli propagazioni
particolari istituite dall'evoluzione biologica. Ma la sua assoluta
legittimazione eziologica gli deriva dalla coerenza e organicità di tutto il
nostro discorso unigravitazionale.

Fig.22
Col Tempo di Attesa 0 il disegno si completa quasi
istantaneamente: per vederlo in svolgimento aumentare quel tempo a 1 o
più. Il valore di a'/a corrispondente ad A=30 è stato trovato
preliminarmente con artificio di calcolo, scrivendo 30 nel secondo rettangolo bianco, e
lo si è quindi
sostituito mercé Copia e Incolla a quello che si riferiva
surrettiziamente a un angolo T=3. (Il primo rettangolo bianco si può
usare, sempre a scopo di calcolo, per la conversione opposta di a'/a nel
corrispondente angolo costruttivo).

Fig.23
Le due bande spirali incrociate, disegnate dall'addensamento
dei fronti d'onda, costituiscono il luogo di massima intensità gravitazionale e
quindi di più forte strutturazione materiale. Esse evidenziano le due arcate
orbitarie controorientate e il successivo profilo dei due lati del cranio, con
incroci e sovrapposizione reciproca nelle zone "forti" degli zigomi,
del mento e della fronte.
Nel solco di convergenza mediana delle due propagazioni appare
il rilievo nasale del setto e l'accenno di espansione di narici e bocca.
In alto, in corrispondenza del vertice del triangolo "aureo", la
localizzazione della zona cerebrale "circonvoluta" e il suo
suddividersi speculare, con intersecazioni inferiormente più fitte individuanti
il corpo calloso.
§ 31. Lo schema è quello della "testa" di tutti gli
animali superiori, benché nella fig.23 esso suggerisca per caso quello in
particolare di un volto umano. Opportune variazioni dei parametri numerici
potranno determinare differenti analogie: si può osservare fin d'ora che lo
sviluppo delle due bande oltre l'incrocio superiore offre il luogo
geometrico-gravitazionale alla genesi delle corna negli animali.
Abbiamo già mostrato al § 24 di cap.IV a) nella sez.III
che il sottoprogramma "Composizione" genera forme di simmetria
speculare, anche ad aspetto paraumano (ivi, fig.27), combinando in Eccentrica-Eccentrica
una seconda sorgente oraria con quella antioraria di riferimento e facendo H4=UO.
Ripresentiamo qui il procedimento nelle figg.24 e 25.
Fig.24

Fig.25
La differenza tra fig.23 e fig.25 sta nel fatto che nella prima
le due propagazioni non sono ancora pervenute alla loro coniugazione, e
perciò non vi si manifesta una propagazione figlia, che nella composizione tra due sorgenti equintense è necessariamente una concentrica;
nella seconda c'è coniugazione, e quindi una figlia concentrica, col
relativo fenomeno della pulsazione, per cui si rimanda allo specifico capitolo di
sez.III.
La conseguenza importantissima è la seguente, con un duplice
aspetto. Il primo è che la concentrica figlia raccoglie in armonica unità
l'attività distinta dei due emisferi cerebrali e ne rappresenta la sanità
funzionale. Il secondo è che, quando invece le due sorgenti - per un difetto
costituzionale - non riescono a far convergere le rispettive propagazioni,
ritmicamente e regolarmente, in un'onda centrale comune, dalla quale emerge
appunto la concentrica unificatrice, secondo le leggi di composizione da noi
precisamente descritte, l'effetto devastante sul piano neurofisiologico è
quello della schizofrenia.
Giudichino ora i lettori quale spiegazione più evidente e
naturale di questa sia possibile trovare nei testi della scienza medica
ufficiale.
Nota: L'armonia tra i due emisferi cerebrali si realizza
pienamente non solo nella convergenza ora citata delle due propagazioni
rispettive in una propagazione unica concentrica, che dà l'unità della
coscienza, ma anche nella composizione antiparallela, a poli invertiti, degli
assi magnetici dei due emisferi. Si ritorni, a questo proposito, al fondamentale
articolo Magnetismo e terremoti di sez.V. Il ciclico passaggio
dell'interno di un astro dalla disposizione parallela dei domini
magnetici della materia a quella antiparallela e viceversa produce il ricorrere
di quelle crisi magneto-gravitazionali che chiamiamo terremoti. Se avviene tra i
due emisferi cerebrali per cause costituzionali un'alterazione più o meno
periodica della loro normale composizione magnetica antiparallela, che degrada
in una opposta situazione di parallelismo tra i domini, si scatena con sede prevalente
nelle cosiddette commissure (la grande, o corpo calloso, e
altre minori) la crisi convulsa dell' "epilessia": questa si placa col
graduale ripristino dell'antiparallelismo magnetico tra gli emisferi,
esattamente come accade nel fenomeno sismico. La sezione chirurgica delle
commissure è stata, infatti, usata in tali evenienze a scopo terapeutico: la
spiegazione, ignota alla medicina ufficiale, sta nella eliminazione del
tessuto-ponte, nel quale si verificano gli scontri tra le particelle subatomiche
di corso gravitazionalmente discorde.