Cap.VIII c) Il genoma
§ 1. I giornali di martedì 27 giugno 2000 hanno un titolo
assolutamente dominante
in prima pagina: riguarda l'annuncio dato il giorno prima da Clinton della avvenuta "mappatura
del genoma umano" ad opera di due gruppi di specialisti: uno pubblico e uno
privato.
La fisica unigravitazionale mostrerà ancora una volta,
in questo capitolo, l'immensa differenza che intercorre tra la sua potenzialità
ai fini di un progresso decisivo della conoscenza in campo teorico e pratico e
il procedere empirico, si potrebbe dire "a tentoni", della scienza
accademica, nonostante i grandi risultati tecnici della ricerca. Si
presuppongono noti gli elementi cognitivi essenziali, sotto tale profilo, del
problema che trattiamo.
§ 2. Diamo, innanzitutto, subito la prova che il DNA obbedisce
nella sua formazione e struttura alla nostra "equazione cosmologica",
di cui è strumento il programma Olopoiema, offerto in uso ad ogni lettore.
Osserviamo preliminarmente ciò che abbiamo sempre rilevato a
proposito del carattere quasi soltanto descrittivo ed enumerativo
delle dottrine ufficiali nei vari campi del sapere. La mappa dei geni,
priva di una reale conoscenza delle loro intime leggi operative - salvo
sporadiche acquisizioni di pura ingegneria genetica - è del tutto analoga alle
carte della geografia medievale, che al centro di terre sconosciute poneva
l'avvertenza Hic sunt leones ("qui ci sono i leoni").
Parimenti, il "sequenziamento" ottenuto dei segmenti genici nel genoma
umano è simile al complesso di lettere e parole di una lingua come quella
etrusca, che in assenza di una grammatica solo molto raramente sono
interpretabili in un contesto significativo.
In effetti, il computer usato tradizionalmente ha bensì potuto
"vedere" e "descrivere" come in fig.1 la struttura del DNA
sia in sezione trasversale (a sinistra), come un poligono stellato, sia in
sezione longitudinale (a destra), come doppia elica, ma ne ignora assolutamente
la "ragione naturale".

Fig.1
Al contrario, l' "equazione cosmologica", oltre a
riconoscere subito come basilarmente proprio il rapporto di sezione aurea
tra lato e raggio del decagono regolare, costruisce - invece di vedere
soltanto - la sezione trasversale del DNA con assoluta, sbalorditiva fedeltà di
copia rispetto alla forma naturale (fig.2: valori di Olopoiema "Strutture
Raggiate" in fig.3).


Fig.2

Fig.3
§ 3. Il "rosone" di fig.2 ci dà la sola spiegazione
- quella unigravitazionale, appunto - della struttura del DNA, che la scienza
accademica si limita a descrivere.
I vertici dei dieci "petali" sono, come si vede, i
punti di incrocio di linee di forza spirali di venti propagazioni, dieci orarie
e dieci antiorarie. Essi non sono complanari allo schermo, come sembra dalla
sezione trasversale della doppia elica, bensì sono i vertici di dieci pentagoni
sovrapposti su altrettanti piani e ruotati di 36 gradi ognuno rispetto al
successivo, così da formare in sezione trasversale una figura decagonale:
poniamo che siano tutti al di sotto dello schermo.
I due filamenti paralleli della doppia elica sono costituiti
ciascuno da una catena alterna di residui di desossiribosio (uno zucchero) e di
gruppi fosfato: lo zucchero si aggancia gravitazionalmente mediante un atomo di
ossigeno al vertice di un petalo, che lo tiene in equilibrio tra le direzioni
attrattive del sistema, e quindi al vertice del pentagono terzo successivo
ruotato di 72 gradi, e così via; il gruppo fosfato, lungo lo stesso filamento,
lega tra loro i residui di zucchero consecutivi. L'altro filamento presenta la
stessa catena spostata di un piano e di 36 gradi rispetto al primo filamento.
E' fondamentale il fatto che le due catene presentano polarità
opposta: sono, cioè, antiparallele. Questa, come sappiamo dal primo
degli articoli della sez.V, è la condizione ottimale per l'aggancio
gravitazionale tra due sistemi. I quali, infatti, si lanciano su ciascun piano,
per via di composizione ondulatoria (cap.IV), i
ponti costituiti dalle quattro basi, appaiate due a due: timina e adenina,
citosina e guanina.
§ 4. La nostra esposizione contiene, naturalmente, gli stessi
dati offerti da una trattazione accademica dell'argomento. Li si potrà
confrontare, per esempio, con quelli, molto più analitici, dell'articolo
"Il DNA" di Gary Felsenfeld sul n.208 - peraltro esaurito - di LE
SCIENZE (dicembre 1985). Si constaterà che la differenza è enorme: solo la
fisica unigravitazionale dà la motivazione eziologica di quei dati, in
aggiunta alla descrizione empirica della scienza corrente, facendola
derivare da una equazione cosmologica, che abbraccia tutte le strutture
dell'universo fisico.
§ 5. Abbiamo finora semplificato, per chiarezza, la geometria
di base del DNA. Precisiamo adesso che i pentagoni costruttivi della
doppia elica, di cui si è prima detto, devono riguardarsi in realtà, nello
spazio tridimensionale, come la faccia superiore di ideali dodecaedri (solido a
dodici facce pentagonali), non sovrapposti ma incastrati l'uno nell'altro.
Infatti il fenomeno di formazione è teoricamente onnidirezionale, come appunto
le facce pentagonali del dodecaedro, ma si sviluppa in una direzione prevalente
a causa di una traslazione assiale del baricentro del sistema (cap.VII).
Concludiamo con una notazione interessante. Il primo oggetto
lanciato dall'uomo sulla Luna aveva forma di semplice dodecaedro: ciò fu
ad opera dell'Unione Sovietica. Uno strano destino ha voluto che il simbolo più
astratto ma anche il più idealmente significativo dell'attività della mente
umana sia stato inviato al di là dei confini della Terra da una società
programmaticamente materialistica. Al contrario, il messaggio conoscitivo della
nostra civiltà verso probabili civiltà extraterrestri venne affidato
figurativamente alla coppia uomo-donna della targa del Pioneer 10, in mezzo a un
mucchio di strafalcioni (le presunte posizioni delle inesistenti pulsar), da una
società, quella americana, che si proclama idealistica: In God we trust.
In Dio confidiamo. E nella pena di morte.
E, giacché ci siamo col genoma, anche nello scempio degli
embrioni umani.
Questa pagina confluisce nella sez.XII: Uso di Olopoiema.