Cap. II La propagazione "composta" (0 < a'/a <= 1)

§ 1. Presentiamo tre nuove figure, delle quali daremo successivamente le istruzioni costruttive e la illustrazione fisica, così come si è fatto per le prime due. Da esse si evidenzierà che una precisa legge matematica, contenuta nell'equazione cosmologica, regola la composizione ondulatoria gravitazionale, per la quale le onde fotoniche dànno origine - per successive coincidenze geometrico-spaziali e accumulo progressivo di intensità gravitazionale - alla gravitazione ondulatoria universale.
Nelle figg.3, 4 e 5 la circonferenza rossa, che nelle precedenti era l'orizzonte fotonico, assume la funzione di equatore di un corpo di forma sferoidale, sede di innumerevoli propagazioni con differente rapporto a'/a.
E' presente nel disegno delle propagazioni il fenomeno della pulsazione (sez.I, pagina 4 "Ed ecco quindi…", cap.II).
§ 2. La fig.3 mostra una riproduzione autosimilare (come nel procedimento fotografico) della propagazione fotonica, che caratterizza corpi complessi a forte addensamento centrale. Qui il rapporto a'/a è prossimo a 0, poiché il valore assoluto di a' = 0 appartiene solo alla propagazione primigenia (o fotonica). Tra le propagazioni "composte", chiameremo questa propagazione fondamentale, per la sua rassomiglianza con quella fotonica (le prime tre onde corrispondono a quelle della fig.2). Essa è alla base, come si è già detto e come si vedrà meglio in seguito, delle forme naturali contraddistinte dal rapporto aureo.

 

Fig.3
§ 3. La fig.4 presenta nello stesso corpo una propagazione con rapporto a'/a = 0,3 esemplificativamente assegnabile a materia distribuita in modo non fortemente accentrato rispetto alla periferia. La banda spirale risultante dall'addensamento ondulatorio richiama quelle del campo magnetico di Giove, di cui si è discusso in sez.I, pagina 5 "Il nostro logo…", a) "Van Allen…".

 

Fig.4
§ 4. La fig.5 disegna, sempre di quel corpo, una propagazione con rapporto a'/a = 1 proprio della materia distribuita simmetricamente in ogni direzione intorno al centro del corpo. La "propagazione concentrica" risultante trova uno dei suoi esempi naturali negli anelli di Saturno: la pulsazione evidenzia il diradamento gravitazionale che provoca le "divisioni" tra gli anelli all'esterno delle onde pulsate. L'astrofisica corrente non ne dà nessuna spiegazione. In una con il fenomeno della traslazione (sez.I, pagina 2 "Ci sono troppe…", cap.III), incontriamo la stessa struttura gravitazionale negli anelli del tronco degli alberi.

 

Fig.5
§ 5. D'ora in poi daremo i dati costruttivi delle figure nel testo, in riferimento alle sigle degli INPUT, senza visualizzare la finestra Inserimento Valori (salvo casi particolari). Così ora, per le figg.3, 4 e 5:
Manteniamo implementato il senso "AntiOrario" nella finestra, in basso a sinistra (propagazione vista da Nord), fino a che non decideremo diversamente.
fig.3 (Propagazione, blu):
AA = 0.00000000001; TE = 8; R0 = 40; D2 = 1; N = 1; azzerare tutti gli altri.
Cliccare "Avanti" fino alla terza onda dopo la pulsazione. Poi "Stop", per ripetere le operazioni con la figura successiva.
fig.4 (Propagazione, verde):
AA = 0.3; gli altri come fig.3.
Cliccare "Play"; lo stop sarà automatico, con la figura a schermo intero. Vi si mostrano tre pulsazioni.
fig.5 (Propagazione, nera):
AA= 0.999; TE = 0.2; R0 = 40; gli altri come fig.3.
Cliccare "Play"; attendere che la figura sia terminata, oppure - per completarla immediatamente - cliccare "Stop" appena comincia il disegno. Si verificano due pulsazioni.
§ 6. Nelle cinque figure precedenti abbiamo fatto variare a'/a da un valore prossimo a zero (10-11) a un valore prossimo a 1 (0,999), perché 0 e 1, valori esatti per la propagazione primigenia e per la concentrica, darebbero errore nei calcoli del computer.
Mostreremo tra poco il meccanismo per il quale l'equazione cosmologica compone sfericamente le onde fotoniche in onde sempre più grandi e più intense gravitazionalmente fino a quelle che convogliano galassie e ammassi di galassie. Ora sveleremo il segreto della struttura d'un comunissimo campo magnetico, quello che si mostra agli studenti - ancora ignari dell'inconsistenza della fisica dei loro libri di studio - col solito esperimento della limatura di ferro che si raccoglie intorno a una sbarretta calamitata.