Bilancio storico della Fisica Unigravitazionale

di Renato Palmieri

La nuova fisica (nata nel 1969) presenta in una sintesi generale i seguenti suoi caratteri originali:

1) il termine "unigravitazionale": esiste una sola forza nel cosmo ed è la gravitazione;

2) il fotone-corpuscolo, massa elementare, componente unico della "materia", definito  quale atomo assoluto, così come nel termine di "atomos = indivisibile" pronosticavano  gli antichi;

3) una propagazione gravitazionale universale, rotante ed eccentrica, generata dal fotone e geometrizzabile nel modello d'una conchiglia;

4) l'esistenza dell'etere (anch'esso termine antico), "sostanza" intermateriale, supporto della propagazione gravitazionale, contro una errata lettura dell'esperimento Michelson-Morley, che la negherebbe (di qui la relatività);

5) l'origine della vita, dalla legge gravitazionale di composizione ondulatoria, sconosciuta alla fisica contemporanea;

6) una Equazione Cosmologica, fondata semplicemente sulla "sezione aurea", alla base di tutte le strutture dell'universo.

La fisica unigravitazionale nasce come "seconda rivoluzione copernicana" rispetto a un errore di Newton, inevitabile ai suoi tempi sulla scia delle scoperte e delle ipotesi di Copernico e Keplero, ma che oggi è solo una banalità da correggere, dopo oltre trecento anni da lui: e cioè che la gravitazione planetaria avrebbe simmetria sferica e isotropa, invece che polarizzata e anisotropa, come è del tutto evidente dalla forma di pianeti, stelle, galassie. I successivi esperimenti di Cavendish ripetono l'errore di Newton: errore che si allunga fino ad oggi (in un libro di geofisica si può leggere che il campo gravitazionale sarebbe "unipolare"!), diramandosi in un dedalo di vicoli ciechi (tra questi la relatività) e rendendo impossibile qualsiasi tentativo di unificazione delle leggi cosmiche.

La stessa forma chiaramente polarizzata della famosa mela, e non solo la sua caduta, poteva fornire un buon suggerimento per la simmetria planetaria al posto delle "bocce" di Newton e di Cavendish, e - tagliata - avrebbe svelato nei suoi semi la "sezione aurea", fondamento della Equazione Cosmologica del sistema unigravitazionale.

Attualmente la nuova fisica non è più soltanto oggetto di una trattazione più o meno polemica, ma è assurta a contenuto d'una vera e propria scuola, come nel calendario di Seminari Unigravitazionali, svoltisi da febbraio a maggio 2011 presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli.

Indichiamo di seguito, sempre per memoria storica, le tappe principali della cosmologia unigravitazionale:

Anno 1969: Fisica del Campo Unigravitazionale, ed. Cultura e Vita, Napoli.

Anni 1970-71: Introduzione alla fisica unigravitazionale, quad. scient. 1; La fisica unigravitazionale, quad. scient. 2, ed. Athena, Napoli.

Anni 1972-73: Saggi di fisica unigravitazionale sulla rivista Tempo Nuovo, ed. Athena, Napoli; tre di essi (Magnetismo e terremoti. La previsione dei sismi; Magnetismo e calore; La gravità e le altre "forze") si trovano riportati, per il loro carattere fondamentale, nel libro citato appresso.

Anno 1997: Creazione del sito Internet, nel quale la nuova scienza confluisce progressivamente.

Anno 2006: La Fisica Unigravitazionale e l'Equazione Cosmologica, col programma Olopòiema su CD,  Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

Relazione di Piergiorgio Fusco dell'Università di Bari sul libro precedente, pubblicata su SCHERIA, rivista ufficiale dell'Istituto anzidetto, nn. 30-31.

Anni 2006-2011: Quindici conferenze sulla fisica unigravitazionale tenute presso l'Istituto stesso.

Si acclude la pagina che contiene l'intera matematica unigravitazionale nelle sue due equazioni fondative, illustrate nell'opera: l'Equazione Cosmologica, a carattere strutturale, avente come uniche basi matematiche il "pi greco" e la "sezione aurea" e operante graficamente col programma Olopòiema, e l'Equazione Ortodinamica, che corregge l'isotropia della formula di Newton, immettendovi i fattori imprescindibili della densità e della polarizzazione.

 

NOTA  Qui, solo a grandi linee (i particolari nell'opera completa): nell'equazione 1) r è il raggio di propagazione; phi la "sezione aurea"; a' varia da zero - forme auree (che acquistano così cittadinanza nell'universo) - al valore di a - forme circolari -. Nella 2) x e x' sono funzione della densità delle masse m e m', mentre y e y' lo sono della polarizzazione delle stesse, tendendo tutti gli esponenti a zero nel macrocosmo - formula di Newton - e a 10 nel microcosmo - fenomeni nucleari -. La "repulsione" elettromagnetica è solo apparente, essendo in realtà - in condizioni particolari di velocità e distanze - effetto di attrazione prevalente verso l'esterno.

Chiudiamo questo bilancio riassuntivo con una osservazione generale. Nella storia della scienza, i capiscuola, anche con errori inerenti ai tempi, sono in genere dei veri grandi, rovinati col tempo da seguaci sprovveduti, che si aggrappano ciecamente a quegli errori, eternandoli: così accade a Tolomeo coi tolemaici, a Newton coi newtoniani, a Darwin coi darwiniani. Per la relatività, al contrario, il marcio è già nella radice, figlia degenere dell'errore di Newton (l'ineffabile "curvatura dello spazio-tempo"!), dove le "prove" sono una per una frutto di pura fantasia *.

In una prospettiva più o meno lunga dovrà cedere l'inganno d'una fisica, che maschera la sua nullità teorica dietro i progressi del tutto autonomi della tecnica moderna: un inganno che si fa complice della mancanza di senso dell'intero universo e, per conseguenza, dei caratteri folli e sanguinari assunti dalle società contemporanee.

Napoli, 27 aprile 2011

* Facciamo una sintesi del disgraziato problema delle frange d'interferenza (trattato nella pagina UN NUOVO MONDO), da cui è nata la relatività ristretta nel 1905.

Diamo per conosciuta la tecnica dell'esperimento Michelson-Morley (1881) e chiamiamo "piattaforma" la struttura di specchi che la costituisce, "sfasamento" il risultato da verificare. A prescindere dall'accapigliamento tra relativisti e antirelativisti (senza questi ultimi la relatività sarebbe morta subito), nell'esperimento ora citato lo sfasamento è, in effetti, nullo (risultato A). Nelle successive esperienze di Sagnac (1913) viene usata una piattaforma rotante e, in tal caso, lo sfasamento è effettivamente positivo (risultato B).

Ora il paradosso sta in questo: che, da allora ad oggi, i relativisti sostengono A e contestano B, mentre gli avversari sostengono B e contestano A, e invece entrambi i risultati sono veri, dipendendo il loro apparente contrasto dallo spostamento in rotazione della piattaforma! Cosa che, all'opposto, conferma in pieno la nostra spiegazione: che cioè le frange d'interferenza sono solidali con la piattaforma e quindi coerenti con essa, mentre i fisici di oggi, relativisti o antirelativisti che siano, le confondono nel comportamento con l'andirivieni degli sciami corpuscolari fotonici, essendo in realtà esse l'effetto di un fenomeno di "composizione" ondulatoria, a carattere stazionario.

L'etere, infine, non più negato dal risultato A - che non c'entra con esso né accredita un'assurda "costanza" della velocità della luce - è invece dimostrato, oltre che dalla sua necessità logica, dallo stesso limite fisico della velocità della luce, dovuto a un lievissimo fattore di resistenza del mezzo intermateriale al moto corpuscolare: resistenza fisicamente crescente col crescere della velocità dei corpi materiali, fino a un limite di equilibrio. Cade in questo modo definitivamente l'altro assurdo relativistico, quello dell'aumento fittizio di massa con la velocità, per mera convenzione matematica.